Preghiera ai Santi Giovanni e Paolo per gli Amici Cari

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Dialogo semplice con i Santi Giovanni e Paolo
Io: Santi Giovanni e Paolo, amici fedeli fino al martirio, oggi mi rivolgo a voi con il cuore pieno di riconoscenza per le amicizie sincere che la vita mi ha donato.
Santi Giovanni e Paolo: Figlio caro, la vera felicità nasce quando si cammina insieme nella verità, nell’ascolto e nel rispetto reciproco. Quale grazia desideri per te e per i tuoi amici?
Io: O santi amici di Cristo, vi chiedo di intercedere per noi, affinché sappiamo custodire e santificare le nostre amicizie. Aiutateci a riconoscere il dono della presenza dell’altro e a gioire delle piccole cose vissute insieme.
Santi Giovanni e Paolo: Non temere, ogni vera amicizia è segno della gioia di Dio tra gli uomini. Sii tu stesso costruttore di pace, perdono e comprensione. Solo così la felicità diventa luce che unisce e non si spegne.
Io: Santi martiri, ottenete per noi cuori semplici, capaci di gratitudine e di amore umile. Maxime nella fatica, proteggete le nostre relazioni da ogni invidia e divisione. Rendete i nostri gesti segni vivi di quella amicizia vera che il Signore desidera per noi.
Santi Giovanni e Paolo: Ricorda, ogni volta che doni una parola buona o una presenza attenta, tu diffondi la felicità che ci fu donata in Cristo.
Amen.
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Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera nasce dall’antica tradizione cristiana di rivolgersi ai santi quale espressione di comunione e intercessione. Santi Giovanni e Paolo, martiri romani del IV secolo, sono stati costantemente ricordati dalla Chiesa non solo per il loro coraggio nella fede, ma anche per la loro esemplare amicizia e fedeltà reciproca fino alla morte.
Nel contesto dottrinale, la preghiera ai santi è radicata nella dottrina della «comunione dei santi» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 962), ossia la solidarietà spirituale tra tutti i membri della Chiesa — sia quelli pellegrini sulla terra, sia quelli glorificati in cielo. La Chiesa insegna che i santi intercedono per noi presso Dio: «Perché il Signore nostro Gesù Cristo è il solo mediatore…, tuttavia la preghiera dei santi non solo giova a chi la invoca, ma glorifica e accresce la comunione d’amore nella Chiesa» (CCC, 956).
Questa preghiera trova il suo significato teologico nell’accento posto sull’amicizia cristiana e sul valore della comunione come percorso verso la santità. È un dialogo semplice che richiama come la via dell’amicizia autentica sia radicata nella verità e nell’umiltà evangelica, generando gratitudine e gioia nella vita quotidiana.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera si rivolge specificamente ai Santi Giovanni e Paolo, amici e martiri legati da una profonda amicizia vissuta nella fede. Essi furono ufficiali nella corte di Costante II e rifiutarono di rinnegare Cristo, subendo insieme il martirio sotto Giuliano l’Apostata. Il loro culto si è diffuso rapidamente a Roma e nel mondo cristiano, tanto che il loro nome compare nel Canone Romano (Preghiera Eucaristica I).
Il motivo della scelta di questi santi come destinatari risiede nel valore emblematico della loro amicizia vissuta come strada di santità condivisa. Il fedele si rivolge a loro per il loro esempio di unità, di reciprocità fino al dono totale di sé, e come intercessori presso Dio per ottenere grazie particolari nelle relazioni di amicizia.
Oltre a Giovanni e Paolo, la preghiera evidenzia la dimensione dialogica con i santi, invitando il fedele a un confronto vivo e personale con chi ha già percorso in modo esemplare il cammino della fede.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La preghiera è intercessoria e si estende sia a chi la recita, sia ai suoi amici e alle amicizie della propria vita. Chiede la grazia di
- custodire e rafforzare le amicizie,
- rendersi grati per la presenza reciproca,
- sapere gioire delle piccole cose condivise,
- ottenere cuori semplici, grati e umili,
- proteggere le relazioni da invidia, divisione, fatica e prove,
- ricevere il dono di essere costruttori di pace, perdono e comprensione.
Tali domande esprimono sia bisogni spirituali (virtù dell’umiltà, della gratitudine, della carità fraterna), sia reali esigenze concrete (superamento di conflitti, consolazione nella fatica delle relazioni, resistenza alle insidie dell’invidia e divisione).
L’intercessione sottolinea l’importanza di custodire rapporti non superficiali, visibili come segni della presenza gioiosa di Dio, specialmente nei momenti di debolezza e prova.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche
Al cuore della preghiera emergono diversi temi teologici significativi:
-
L’amicizia cristiana: Fondamento su cui si basa sia la richiesta d’aiuto sia l’azione di grazie («amicizia vera» e «gioia di Dio tra gli uomini», come espressione concreta della carità).
“Vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.” (Gv 15,15) -
La gratitudine e la gioia: Il riconoscere i doni ricevuti e considerare la felicità non mera emozione ma riflesso della grazia divina vissuta nella comunione.
“Rallegratevi sempre nel Signore; ve lo ripeto, rallegratevi.” (Fil 4,4) -
L’intercessione dei santi: Fedeli che, già glorificati, restano “amici e avvocati” presso Dio per sostenere la fragile comunione umana.
“Molto può la preghiera fervorosa del giusto.” (Gc 5,16)
San Gregorio Magno scriveva:«I santi non cessano mai di proteggere il loro popolo con le preghiere e il loro patrocinio.»
- Il cammino nella verità, ascolto e rispetto reciproco: La fatica e la bellezza del vivere relazioni fondate sulla misericordia e sul perdono (cf. Col 3,13ss.), in obbedienza al comandamento nuovo dell’amore (cf. Gv 13,34).
-
La lotta contro l’invidia e la divisione: Desiderio di essere protetti dalle lacerazioni che spezzano la comunione dei cuori.
“Fratelli, non mormorate gli uni contro gli altri, per non essere giudicati.” (Gc 5,9) -
Il dono della felicità che “unisce e non si spegne”: La gioia cristiana è duratura perché radicata in Cristo e condivisa.
Sant’Agostino afferma:«La vera amicizia è dono di Dio: dove Dio la unisce, nulla può dividerla.»
Questi elementi mostrano la ricchezza di una preghiera che conduce il fedele a riscoprire nella vita comunitaria l’opera di Dio e la presenza attiva dei santi.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questa orazione rappresenta soprattutto una preghiera di intercessione, ma racchiude anche elementi di ringraziamento (per le amicizie ricevute), di lode alla comunione e un velato spirito di penitenza (dove si chiede protezione “dall’invidia e dalla divisione” e cuori umili).
Nel contesto liturgico, simili preghiere trovano spazio:
- nella memoria liturgica dei Santi Giovanni e Paolo (26 giugno in calendario romano),
- in celebrazioni dedicate all’amicizia cristiana, alle comunità, ai gruppi,
- in momenti di adorazione, lectio divina o preghiera personale,
- all’interno delle intentions delle Messe per la pace e l’unità.
Mancando una collocazione nella liturgia ufficiale universale, questo testo si inserisce nella ricca tradizione della preghiera spontanea, «dialogata», che favorisce il rapporto personale con i santi, offrendo un valido complemento alle formule liturgiche della Chiesa.
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nell’anno liturgico
Questa preghiera può essere adottata sia in ambito personale sia nei gruppi:
- Preghiera personale quotidiana, specialmente nei momenti di prova nelle relazioni, per chiedere aiuto a vivere l’amicizia secondo il Vangelo.
- Preghiera comunitaria nei gruppi di giovani, famiglie, comunità parrocchiali, in occasioni di incontri o ritiri sulla fraternità e l’umiltà.
- In giorni vicini alla festa liturgica dei Santi Giovanni e Paolo (26 giugno), come novena, triduo o semplice invocazione.
- Come azione di grazie dopo momenti importanti di amicizia - anniversari, riconciliazioni, nuove amicizie, occasioni di incontro.
- Durante l’Anno Liturgico, la preghiera trova particolare posto nel tempo ordinario (focalizzato sulla vita vissuta nella quotidianità), ma può essere valorizzata anche in Quaresima e Avvento, stagioni di approfondimento del vivere cristiano in relazione.
Nell’uso pratico, si può recitare la preghiera così com’è oppure adattarla, inserendo nomi concreti di persone per cui si vuole chiedere intercessione. Può essere proclamata alternando le voci tra il singolo e l’assemblea per sottolineare la dimensione di dialogo e comunione.
Infine, un suggerimento: dopo la recita della preghiera, si può lasciare un breve tempo di silenzio per meditare su una «parola» che i santi possono suggerire e, se in gruppo, condividere un gesto o un segno di fraternità, radicando così la preghiera nella vita concreta della comunità cristiana.
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