Preghiera a Gesù Cristo per la Cura delle Foche

Ascolta la Preghiera
Signore Gesù Cristo, che hai guardato con compassione ogni creatura sofferente, ascolta la nostra supplica per le foche e i loro cuccioli, così fragili e bisognosi di protezione.
Tu che hai guarito i malati e consolato gli afflitti, stendi la tua mano misericordiosa sulle foche vulnerabili, preservale dalla malattia e dagli ostacoli che minacciano la loro vita nelle acque del pianeta.
Affidiamo a Te ogni foca e ogni cucciolo, chiedendo che tu li circondi di salute, sicurezza e pace. Sii rifugio nei pericoli e medicina nelle infermità.
Illumina, o Gesù, il cuore degli uomini: fa’ che imparino a prendersi cura del pianeta, a rispettare e proteggere queste creature innocenti che ci hai affidato.
Ti supplichiamo, Guaritore di tutte le ferite, di guidarci verso una convivenza armoniosa con la natura, affinché la nostra opera sia ispirata dal tuo amore e custodisca la salute delle foche e di ogni essere vivente.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera si colloca al crocevia tra la spiritualità cristiana della compassione universale e il crescente riconoscimento teologico della responsabilità dell’uomo verso il creato. Sin dalle origini, la Chiesa ha visto nella preghiera un canale per presentare al Signore i bisogni degli individui e delle creature, ma il tema della cura del creato è divenuto particolarmente attuale e centrale negli ultimi decenni, anche grazie agli insegnamenti di pontefici contemporanei come Papa Francesco, specialmente nell’enciclica Laudato si’:
«Ogni creatura è oggetto della tenerezza del Padre… Pure le creature di questo mondo non sono indifferenti per Lui» (LS 77).La preghiera richiama l’immagine di Cristo profondamente sensibile alla sofferenza di ogni essere vivente: Egli che «guardò con compassione ogni creatura sofferente» è presentato come modello e fonte della misericordia da invocare per tutti, anche per il regno animale. Nel Vangelo, Gesù mostra cura per ogni aspetto della vita umana e spesso si serve delle immagini naturali per comunicare la provvidenza e la cura di Dio (cfr. Mt 6,26: «Guardate gli uccelli del cielo…»).
Il contesto dottrinale sottolinea la continuità della tradizione cristiana che vede nell’uomo non solo il fine supremo del creato, ma anche il suo custode (Gen 2,15). Preghiere come questa nascono dall’esigenza di rinnovare questa consapevolezza, alimentando una spiritualità ecologica che riconosce nel creato un dono da rispettare e proteggere.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è rivolta in modo esplicito a Gesù Cristo, invocato più volte come Signore, Guaritore, rifugio di ogni vivente. È a Lui, compagno nella sofferenza e misericordioso redentore, che si chiede aiuto e protezione per le foche e i loro cuccioli. Tale scelta non è casuale: sebbene nel credo cristiano ogni Persona della Trinità sia degna di preghiera, rivolgersi al Cristo umano-divino sottolinea l’identificazione empatica di Dio con le sofferenze della creazione.
Contemporaneamente, la supplica si fa intercessione comunitaria: l’orante si pone come voce che presenta al Signore i bisogni di creature spesso dimenticate o sfruttate, assumendo su di sé una responsabilità che va oltre la semplice cura personale. Esiste qui la dimensione di “sentire con Cristo” quella compassione attiva che muove non solo a pregare, ma anche ad agire concretamente.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I beneficiari diretti della preghiera sono le foche e i loro cuccioli, esplicitamente nominate, e per estensione tutte le creature vulnerabili e in pericolo tra le acque del pianeta. Si implora per loro protezione, salute, sicurezza, pace — sia dal punto di vista fisico (malattie, pericoli ambientali, minacce dovute all’intervento umano o ai mutamenti climatici), sia dal punto di vista simbolico, quale riconoscimento della loro fragilità e del loro diritto alla vita.
Tuttavia, accanto alle foche, il destinatario “umano” della preghiera è il cuore di chi prega, e dell’umanità in generale. Si chiede infatti che l’uomo sia illuminato e impari a rispettare il pianeta e le sue creature. Questa dimensione educativa e trasformativa della supplica risponde ad un autentico bisogno spirituale: la conversione del cuore e la maturazione di una coscienza ecologica conforme al Vangelo.
Infine, la preghiera volge a una convivenza armoniosa con la natura, invocando l’aiuto di Cristo perché le nostre opere siano “ispirate dal suo amore”; dunque la preghiera intercede non solo per le foche, ma per il bene integrale di tutta la creazione e dell’umanità insieme.
4. Temi teologici principali, con eventuali citazioni bibliche o patristiche pertinenti
- Compassione divina universale: La preghiera si fonda sul principio evangelico che Dio si prende cura anche degli esseri apparentemente marginali: «Neppure uno di loro cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia» (Mt 10,29). Sant’Ambrogio insegnava: «La legge di Dio si estende anche agli animali». Sottolineando che la creazione è oggetto della bontà divina, si richiama la tradizione patristica sulla bontà del creato (cfr. Gen 1,31: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona»).
- Umanità custode del creato: Citando Genesi 2,15, l’uomo riceve da Dio il mandato di “coltivare e custodire il giardino”. Nel Nuovo Testamento, la chiamata alla carità si allarga al piccolo, al debole e a tutta la creazione (Rm 8,19-23: la creazione attende la rivelazione dei figli di Dio, soffrendo fino a quando sarà liberata dalla corruzione).
- Intercessione e responsabilità: Attraverso l’intercessione, l’orante si fa partecipe del ministero sacerdotale di Cristo, che «vive per sempre per intercedere» (Eb 7,25), agendo come mediatore tra Dio e la creazione sofferente.
- Pace e armonia cosmica: L’invocazione alla “pace” e alla “convivenza armoniosa” risponde al disegno originario di Dio, dove ogni essere occupa un posto in una casa comune ordinata e feconda.
- Conversione ecologica: La supplica di un cuore “illuminato” rimanda alla metanoia evangelica: «Rinnovatevi nello spirito della vostra mente» (Ef 4,23). L’invito a “prendersi cura del pianeta” è coerente con le nuove forme di preghiera ecologica proposte dalla Chiesa contemporanea, che invita all’impegno operativo e al cambiamento di mentalità.
5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica
Questo testo rientra nel genere dell’intercessione, perché chiede al Signore di intervenire in favore delle foche e dei loro cuccioli, della creazione tutta e dell’umanità bisognosa di conversione. Tuttavia, si rilevano anche elementi di lode (“Guaritore di tutte le ferite”), penitenza implicita (per il male inferto involontariamente alle creature), e supplenza sacerdotale (ci si fa voce anche di chi non può pregare).
Nella tradizione liturgica, la preghiera si presenta come una supplica spontanea di tipo devozionale e personale, pur essendo affine a momenti di preghiera pubblica come la Preghiera universale della Messa (“per la custodia del creato”, “per gli animali e l’armonia della natura”). Recenti formulari liturgici, benedizioni, celebrazioni per il tempo del creato o la festa di San Francesco d’Assisi (patrono degli animali) possono includere preghiere simili nella loro struttura o ispirazione.
6. Indicazioni pratiche: come usarla e tempi dell’anno liturgico
- Preghiera personale: Può essere recitata individualmente nei momenti di meditazione, specie in presenza di notizie di minacce alla fauna marina, o quando la sensibilità personale invita ad elevare una supplica per le creature vulnerabili.
- Preghiera comunitaria: Adatta a celebrazioni ecumeniche o parrocchiali dedicate alla cura del creato (es. Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, inizi di settembre), durante ritiri o incontri tematici con bambini e famiglie, oppure come intenzione speciale durante la Preghiera dei Fedeli.
- Tempi forti dell’anno liturgico: Può essere proposta durante il Tempo del Creato (1 settembre – 4 ottobre), la Quaresima (come esame di coscienza sul nostro rapporto con il creato), e nella festa di San Francesco d’Assisi (4 ottobre).
- Pratiche correlate: Può precedere o seguire gesti simbolici di cura ambientale (pulizia di spiagge, campagne per la protezione della fauna marina), o invitare a un momento di silenzio contemplativo sulle meraviglie del creato.
La sua recita, personale o comunitaria, nutre la coscienza e la responsabilità cristiana, educando piccoli e grandi a vedere la creazione con gli occhi di Cristo. In una società segnata da distrazione e sfruttamento, tale preghiera risponde al duplice bisogno di invocare l’aiuto divino per le creature fragili e di stimolare la nostra conversione ecologica.
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