Preghiera a Dio per la Protezione delle Foche

Destinatari:  Dio
Beneficiari:  Foche
Temi:  Protezione
Tipologie:  Invocazione
Preghiera a Dio per la Protezione delle Foche
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Dio Onnipotente, rifugio delle creature fragili, innalziamo a Te la nostra supplica:

Volgi il Tuo sguardo misericordioso sulle foche, esseri innocenti che abitano il confine tra ghiaccio e mare. Tu che governi i mari e le stagioni, proteggi questi esseri gentili dalle tempeste causate dai cambiamenti climatici e dalla mano dell’uomo che li perseguita con la caccia crudele.

Concedi loro un riparo sicuro, dove possano vivere e prosperare secondo il Tuo disegno di armonia. Infondi nei cuori degli uomini compassione e rispetto per il miracolo della vita che splende in ogni creatura.

Ti chiediamo, Pastore buono, di custodire le foche sotto la Tua ala protettrice, affinché la Tua benedizione rinnovi la speranza sui ghiacci che ancora resistono e sulle acque che generosamente le accolgono.

Così sia.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera proposta si inserisce nel solco di una crescente sensibilità spirituale e teologica per la creazione e le sue creature, secondo l’insegnamento della Dottrina Sociale della Chiesa. Negli ultimi decenni, specialmente con il magistero di papa Francesco, la cura del creato è stata riconosciuta come parte integrante della vita cristiana e oggetto di responsabilità morale e spirituale. L’enciclica Laudato si’ richiama la “cura della casa comune” e invita i credenti a una conversione ecologica, in cui la preghiera e la supplica per ogni creatura sono mezzi concreti di partecipazione al disegno di Dio.

Inoltre, nella tradizione biblica, la protezione delle creature è un riflesso della bontà e sapienza del Creatore: “Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature” (Salmo 145,9). Pregare per le foche – simbolo di innocenza e fragilità – significa riconoscere la sacralità della vita non soltanto umana, ma anche animale, come segno della gloria di Dio nel creato (cfr. Genesi 1,24-25): “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona.”

In questa prospettiva, la preghiera nasce dal desiderio di affidare al Padre Onnipotente la sorte di creature minacciate sia da cause naturali che dall’azione umana, assumendo così una dimensione di penitenza e di intercessione per le conseguenze del comportamento umano sul mondo naturale.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è rivolta direttamente a Dio Onnipotente, riconosciuto come “rifugio delle creature fragili”, ma si fa anche supplica comunitaria di tutti coloro che si sentono responsabili del mondo creato. In particolare, essa si pone nell’ottica di una preghiera universale, in cui anche chi non ha rapporti diretti con la vita delle foche o dell’ambiente artico è invitato all’intercessione.

La titolazione “Pastore buono” richiama chiaramente l’immagine evangelica di Cristo che protegge ogni essere smarrito e debole (Giovanni 10,11: “Il buon pastore offre la vita per le pecore”). Questa invocazione espande la cura divina anche sugli animali, riflettendo la consapevolezza che il Creatore governa mari e stagioni e che tutto il creato è affidato alla Sua provvidenza.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

I beneficiari espliciti sono le foche, simbolo di creature innocenti, vulnerabili, che vivono ai margini dei grandi ecosistemi artici. La preghiera, tuttavia, si estende implicitamente a tutte le creature che soffrono a causa degli stravolgimenti ambientali e della crudeltà umana.

Due sono i bisogni che vengono sollevati:

  • Bisogni fisici: protezione dalle tempeste climatiche e dalla caccia crudele, richiesta di un riparo sicuro perché possano “vivere e prosperare secondo il Tuo disegno di armonia”. Si tratta di un’invocazione concreta alla tutela della loro vita e habitat.
  • Bisogni spirituali: supplica perché sia infusa compassione nei cuori degli uomini. Qui emerge la convinzione cristiana che la salvezza del creato passa dalla conversione del cuore umano, dal rispetto e dallo stupore per il miracolo della vita. Si chiede che la benedizione di Dio rinnovi la speranza non solo sugli animali, ma anche sulle persone coinvolte nella protezione ambientale.

In questo modo, la preghiera raccoglie sia l’anelito della creazione che “geme e soffre le doglie del parto” (Romani 8,22), sia la responsabilità dell’uomo di custodire e non dominare in modo distruttivo.

4. I temi teologici principali, con eventuali citazioni bibliche o patristiche pertinenti

La preghiera affronta diversi temi teologici chiave:

  • Providenza e signoria di Dio: Egli “governa i mari e le stagioni” (Salmo 104), guida e cura ogni creatura. Sant’Ambrogio nel suo Exameron osservava:
    “Dio ha avvolto tutte le sue creature nella sua provvidenza.”
  • Sacralità della vita e bontà originaria del creato: richiamo alla Genesi e al costante giudizio divino sulla bontà della creazione (Genesi 1, 31).
  • Conversione ecologica e compassione: la supplica perché il cuore umano sia trasformato dalla compassione verso il creato risuona profondamente con quanto espresso in Laudato si’ e nella Bibbia (Proverbi 12,10: “Il giusto si prende cura della vita del suo bestiame”).
  • Intercessione per gli innocenti e i perseguitati: la richiesta di protezione richiama la difesa dei piccoli e dei deboli (Matteo 25,40: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”).
  • Benedizione e speranza: viene chiesta la benedizione divina perché rinnovi la speranza nei luoghi in via di scomparsa (i ghiacciai e le acque), richiamando la promessa di Dio di “nuovi cieli e una terra nuova” (Isaia 65,17).

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Questa preghiera si colloca essenzialmente nell’ambito dell’intercessione, ma porta in sé elementi di lode e di supplica penitenziale. Si riconosce la grandezza di Dio, si implora la sua misericordia per le creature minacciate e si domanda una conversione del cuore umano.

Nella tradizione liturgica, preghiere simili trovano posto nelle “preghiere dei fedeli” (o “preghiere universali”) della liturgia eucaristica, specie nelle celebrazioni tematiche dedicate alla custodia del creato, come la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato (1 settembre), le celebrazioni in tempo di calamità ambientali, oppure nei momenti penitenziali (quaresima, giorni di digiuno e sensibilizzazione ecologica).

Anche nella tradizione dei salmi e delle litanie, è frequente l’intercessione per il mondo naturale (“benedite, opere tutte del Signore, il Signore”, Daniele 3,57).

6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nell’anno liturgico

Nel contesto personale: questa preghiera può essere inserita nella propria meditazione quotidiana, specialmente se si avverte un’attenzione particolare ai temi della giustizia ambientale, della custodia del creato o nell’esperienza di natura (es. camminate, visite in parchi naturali, momenti di silenzio vicino al mare o in montagna). Può diventare anche preghiera di riparazione per i danni causati consapevolmente o meno dalla comunità umana.

In ambito comunitario: suggerita durante assemblee parrocchiali, incontri di gruppi di preghiera, catechesi sulla creazione, veglie ecumeniche o interreligiose sulla salvaguardia dell’ambiente. Può essere letta all’inizio di riunioni dedicate ad associazioni ambientaliste cristiane, a sostegno morale di iniziative di sensibilizzazione contro la caccia e i cambiamenti climatici.

Nel calendario liturgico: trova speciale collocazione:

  • Nel tempo della Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato (1 settembre).
  • Durante la Settimana Laudato si’ (a maggio) o altre campagne ecclesiali di sensibilizzazione sulla cura della Terra.
  • In Quaresima e nelle celebrazioni penitenziali, come atto di conversione personale e comunitaria rispetto agli abusi ambientali.
  • Nelle feste di santi particolarmente legati alla natura (es. san Francesco d’Assisi, 4 ottobre).

Inoltre, può essere integrata in liturgie domestiche o paraliturgiche, in momenti di silenzio contemplativo o durante l’ascolto della Parola che narra la bontà del creato.

In sintesi, questa preghiera è uno strumento che aiuta a legare la spiritualità cristiana contemporanea con l’urgenza della protezione del creato, invitando a un atteggiamento di umiltà, gratitudine e responsabilità verso tutte le creature viventi che attendono, insieme all’uomo, la redenzione promessa dal Creatore.

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