Offerta dell'oro, dell'incenso e della mirra della nostra vita

Destinatari:  Bambinello Gesù
Beneficiari:  Fedeli Cristiani
Tipologie:  Offerta del giorno
Offerta dell'oro, dell'incenso e della mirra della nostra vita
Ascolta la Preghiera

O Bambinello Gesù,

in questo nuovo giorno, come i Magi venuti da lontano, ci presentiamo davanti a Te, riconoscendo in Te il Re dei re e la Luce delle genti.

Ti offriamo l’oro della nostra carità, le opere buone che nascono dal cuore e portano sollievo ai fratelli più deboli. Aiutaci ad essere testimoni autentici del Tuo amore, lieti di donare senza misura.

Ti offriamo l’incenso della nostra preghiera, salendo verso il Cielo come profumo soave. Accogli, o Gesù, le nostre invocazioni, i nostri canti, i sospiri nascosti nell’anima, sapendo che ogni parola detta nel silenzio Tu la ascolti e la custodisci.

Ti offriamo la mirra delle nostre sofferenze, le lacrime nascoste, le fatiche silenziose, i dolori vissuti nel segreto. Santifica le nostre prove, Bambino Divino, e rendi il peso leggero col Tuo Amore.

Come i Magi che adorarono la Tua piccola grande Maestà, anche noi oggi Ti adoriamo e rinnoviamo il dono della nostra vita nelle Tue mani. Con il cuore colmo di speranza, affidiamo a Te questo giorno, benedici tutti i Fedeli Cristiani e rendici strumenti umili e lieti della Tua pace.

O Bambinello Gesù, accogli la nostra offerta!

Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera al Bambinello Gesù qui proposta si colloca nel ricco contesto della spiritualità cristiana che contempla il Mistero dell’Incarnazione e, in particolare, della Manifestazione di Cristo alle genti, ovvero l’Epifania. Essa richiama il racconto evangelico (Matteo 2,1-12) della visita dei Magi al neonato Gesù, un momento emblematico in cui il Figlio di Dio si manifesta non solo a Israele ma a tutte le genti rappresentate dai Magi.

Dal punto di vista dottrinale, la preghiera mette al centro la triplice offerta (oro, incenso e mirra) fatta dai Re Magi, che tradizionalmente la teologia cristiana interpreta come simbolo della regalità (oro), della divinità (incenso) e della futura Passione e morte (mirra) di Cristo. Questo gesto viene spiritualizzato ed attualizzato:

  • L’oro viene identificato nelle opere di carità e nel dono di sé agli altri.
  • L’incenso è la preghiera, cioè il nostro rapporto intimo e fiducioso con Dio.
  • La mirra raffigura le fatiche e le sofferenze offerte a Dio e unite a quelle di Gesù.

La preghiera esprime dunque una sintesi viva della fede cristiana: una sequela di Cristo che si concretizza nella carità operosa, nella preghiera fiduciosa e nell’offerta delle proprie difficoltà. Essa invita il fedele a ripercorrere il cammino dei Magi, riconoscendo in Gesù Bambino il punto di incontro fra umano e divino e facendo della propria vita un’offerta gradita a Dio.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è indirizzata direttamente al Bambinello Gesù, l’Emmanuele, colui che nasce nella povertà della grotta di Betlemme come segno dell’amore con cui Dio si fa vicino all’umanità. Pregare il Bambino Gesù significa contemplare Dio nell’umiltà e nella tenerezza dell’infanzia, ricordando quanto la liturgia e la tradizione cristiana sottolineino il valore della semplicità, della fiducia e della piccolezza spirituale (cfr. Matteo 18,3: «Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli»).

Rivolgersi a Gesù Bambino permette di abbandonarsi con confidenza filiale, presentando a Lui bisogni, speranze e sofferenze nella certezza che Egli comprende e accoglie il cuore umano. Al tempo stesso, il Bambino accolto e adorato dai Magi – uomini sapienti, ma umili davanti al Mistero – diviene modello di quel “cercare Dio” che, da ogni popolo e cultura, conduce al Salvatore.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

La preghiera è in primis personale (“ci presentiamo davanti a Te”), ma si apre a una dimensione comunitaria ed ecclesiale (“benedici tutti i Fedeli Cristiani”). Intercede per chi prega, per la propria comunità, ma anche per “i fratelli più deboli”. I bisogni presentati abbracciano tutta la gamma delle necessità umane e spirituali:

  • Carità e opere buone: il bisogno di vivere l’amore disinteressato verso il prossimo, soprattutto verso chi soffre o si trova in difficoltà.
  • Preghiera: il desiderio di essere ascoltati, il bisogno di elevare l’anima a Dio, di trovare conforto e senso nella comunione con Lui.
  • Sofferenza e prova: il dolore nascosto, le fatiche della quotidianità, le croci interiori, sono presentate come “mirra” da offrire, invocando che Gesù le renda lievi col suo amore.

La preghiera mostra una comprensione realistica e compassionevole della condizione umana, proponendo l’offerta delle sofferenze come via di santificazione e come partecipazione al mistero della Redenzione.

4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche

Tra i temi teologici principali, troviamo:

  1. L’offerta e la regalità di Cristo: L’oro dei Magi viene qui interpretato come la carità e il dono della propria vita, secondo le parole di san Paolo: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio” (Romani 12,1).
  2. La preghiera come incenso gradito: “La mia preghiera sia posta come incenso davanti a te, l’alzarsi delle mie mani come sacrificio della sera” (Salmo 141,2). Sant’Agostino così si esprime:
    “Più che con le labbra, prega con il cuore; più che con il clamore, con l’amore”
    .
  3. L’offerta della sofferenza: La mirra ricorda la profezia su Gesù sofferente (Isaia 53,3-5) e l’invito evangelico a “prendere la propria croce” (Matteo 16,24). Sant’Ambrogio scrive:
    “Portiamo al Signore la nostra mirra: non solo le fatiche visibili, ma anche quelle che il cuore conosce e offre nel silenzio”
    .
  4. L’adorazione del Mistero: Come i Magi, il fedele è chiamato ad adorare Cristo, riconoscendo in Lui la “luce delle genti” (Luca 2,32) e il “Re dei re” (Apocalisse 19,16).

Infine, la preghiera insiste sulla dimensione ecclesiale e missionaria: “benedici tutti i Fedeli Cristiani e rendici strumenti della tua pace”, riprendendo il mandato evangelico della testimonianza e della pace (Matteo 5,9).

5. Genere di preghiera e collocazione liturgica

Questa supplica è un esempio di preghiera di lode, adorazione e offerta (in parte) intercessoria, con accenti di ringraziamento e affidamento. Riassume le modalità della preghiera cristiana:

  • Lode/Adorazione: “Ti adoriamo... riconoscendo in Te il Re dei re”.
  • Offerta: “Ti offriamo...”.
  • Intercessione: “benedici tutti i Fedeli Cristiani”.
  • Affidamento e richiesta d’aiuto: “aiutaci ad essere testimoni”, “accogli la nostra offerta”.

A livello liturgico, trova la sua naturale collocazione nel tempo di Natale e particolarmente nella Solennità dell’Epifania (6 gennaio), festa dei Magi. Tuttavia, il riferimento all’offerta di se stessi la rende adatta anche a momenti di adorazione, di rinnovamento spirituale, o come spunto meditativo all’inizio di una giornata o di nuove attività pastorali.

6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nell’anno liturgico

Per un uso personale, la preghiera può essere recitata ogni mattina, specialmente nei giorni legati al Natale e all’Epifania, oppure quando si desidera rinnovare la propria offerta a Gesù nel concreto della vita quotidiana. Può essere pregata, magari davanti al presepe o a una statuina del Bambinello, come momento di silenzio e di ascolto del proprio cuore.

Nella preghiera comunitaria, essa si presta a essere utilizzata:

  • All’inizio o al termine della Santa Messa dell’Epifania.
  • Durante veglie di adorazione o davanti al presepe parrocchiale.
  • All’interno di ritiri spirituali per bambini, giovani o adulti, come invito a conformarsi all’esempio dei Magi.

Può essere integrata in momenti penitenziali o di consapevolezza spirituale, chiedendo al Bambinello la forza di offrire le proprie sofferenze e gioie. È anche particolarmente significativo utilizzarla in famiglia nel tempo di Natale, con i bambini presenti, per insegnare il valore del dono, della preghiera e dell’accettazione della fatica alla luce del Mistero cristiano.

Riprendendo la triplice offerta dei Magi, si può suggerire un gesto concreto dopo la preghiera:

  • Fare un atto di carità.
  • Prolungare la preghiera personale o condividere un canto spirituale.
  • Riflettere insieme sulle proprie sofferenze, affidandole a Gesù.

Infine, la preghiera diventa un ponte tra il mistero dell’Incarnazione celebrato a Natale e il vivere quotidiano, aiutando ciascuno ad essere, come i Magi, viandante e cercatore umile della presenza di Dio nella storia.

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