Lode a Cristo Re Trasfigurato per il Regno di Dio

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O Cristo Re, Signore della Gloria,
in questa santa festa della Trasfigurazione noi, tuoi fedeli, ti innalziamo la nostra lode e contempliamo lo splendore della tua divina maestà sul monte santo.
Gesù, Re del Regno di Dio, che hai rivelato ai discepoli il fulgore della tua gloria eterna, rendici degni di riconoscere la Tua presenza viva e potente anche nelle nostre vite.
Tu sei la luce che guida il nostro cammino, la speranza che trasforma ogni attesa, la verità che libera e rinnova i cuori.
Accogli la nostra adorazione, o Cristo, e guida la tua Chiesa a testimoniare nel mondo la bellezza del Regno di Dio, che in Te ha inizio e compimento.
Concedici di essere strumenti della tua pace e gioia, perché la tua gloria risplenda in ogni opera, e la nostra vita diventi lode al tuo nome in eterno.
A Te, Re glorioso e misericordioso, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera proposta si inserisce nel contesto della festa della Trasfigurazione di Cristo, una delle grandi solennità liturgiche sia nella tradizione d’Oriente che d’Occidente, celebrata il 6 agosto. Questo evento, narrato da tutti i sinottici (Mt 17,1-9; Mc 9,2-8; Lc 9,28-36), rappresenta la manifestazione della gloria divina di Gesù ai suoi discepoli preferiti (Pietro, Giacomo, Giovanni) sul monte Tabor. Il senso spirituale e dottrinale della Trasfigurazione risiede nella rivelazione anticipata della vittoria pasquale di Cristo, della sua divina filiazione e del suo ruolo di adempimento della Legge e dei Profeti, resi presenti in Mosè ed Elia.
Dottrinalmente, la preghiera si fonda sulla fede nella duplice natura di Cristo, umana e divina, e sulla dottrina del Regno di Dio già presente ma non ancora pienamente realizzato. Insiste sulla presenza viva e potente del Risorto che guida la Chiesa, e richiama il cammino di conversione e trasfigurazione che ogni cristiano è chiamato a compiere, partecipando alla vita divina mediante la grazia. La Tradizione patristica legge la Trasfigurazione come:
«la manifestazione della bellezza primigenia e della gloria che Adamo aveva perduto» (san Gregorio Palamas)
In questo contesto, la preghiera è una risposta adorante alla manifestazione gloriosa del Signore, che anticipa la chiamata escatologica alla visione beatifica ("vedere Dio così come Egli è": cf. 1Gv 3,2).
2. Destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è rivolta direttamente a Cristo, riconosciuto come Re, Signore della gloria, Colui che si è trasfigurato davanti ai discepoli e rende partecipe la Chiesa della sua luce divina. Gesù Cristo è invocato con titoli cristologici di grande solennità: «Re», «Signore della gloria», «luce», «verità», «speranza», evidenziando sia la sua sovranità cosmica che la sua presenza reale e personale nella vita dei fedeli.
Il perché di tale indirizzamento è legato al mistero della Trasfigurazione: Cristo, unico Mediatore tra Dio e gli uomini, è colui che conduce gli uomini alla partecipazione della vita divina, trasfigurando anche la nostra esistenza alla luce della sua gloria ("rendici degni di riconoscere la tua presenza viva e potente anche nelle nostre vite"). Egli è la fonte ultima di pace, gioia, verità e speranza.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Sebbene la preghiera sia rivolta a Cristo in forma adorante e lodevole, si delinea anche una dimensione di intercessione per la Chiesa e i fedeli. I beneficiari sono dunque in primis la comunità ecclesiale ("guida la tua Chiesa a testimoniare nel mondo la bellezza del Regno di Dio"), ma implicitamente tutti coloro che cercano la luce e la trasformazione di Cristo nelle loro vite.
- Bisogni spirituali: Riconoscere la presenza di Cristo, essere strumenti di pace e gioia, testimoniare la bellezza del Regno, lasciarsi trasfigurare dalla luce di Cristo, ricevere speranza e rinnovamento ("rendici degni…", "la verità che libera e rinnova i cuori", "la nostra vita diventi lode al tuo nome").
- Bisogni fisici e comunitari: Benché non esplicitati in forma materiale, l’essere «strumenti di pace e gioia» implica una conseguenza pratica: la trasfigurazione personale si irradia come carità e servizio verso gli altri, incarnandosi nella vita sociale e nelle opere di giustizia, riconciliazione e pace.
La preghiera dunque abbraccia sia il bisogno di conversione interiore che quello di testimonianza ecclesiale e missionaria, in vista della gloria di Dio e del bene del mondo.
4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
La preghiera articola alcuni nuclei teologici portanti:
- La gloria di Cristo e la Trasfigurazione: La divina maestà di Cristo rivelata sul monte è al centro ("contempliamo lo splendore della tua divina maestà sul monte santo"). Risuonano le parole evangeliche: “Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce” (Mt 17,2).
- Cristo, Re del Regno di Dio: L’acclamazione regale richiama alle numerose affermazioni bibliche della signoria e del regno di Gesù: "Il Regno di Dio è in mezzo a voi" (Lc 17,21); Cristo è salito alla destra del Padre, principe della pace e Re dell’universo (cf. Ef 1,20-22; Col 1,13).
- La luce di Cristo che guida e trasforma: Gesù è definito “luce”: “Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre” (Gv 8,12). Tale luce illumina e trasforma non solo i discepoli sul Tabor ma ogni cristiano che si apre alla sua presenza.
- La verità che libera e rinnova: Cristo è la Verità che fa liberi (Gv 8,32) e rinnova i cuori (cf. 2Cor 5,17).
- Il valore ecclesiale e missionario: Il coinvolgimento della Chiesa, chiamata ad annunciare “la bellezza del Regno”, mostra che la Trasfigurazione è anticipo della gloria futura ma anche fonte di missione attuale.
Sul piano patristico, si può citare Gregorio Palamas, teologo della Trasfigurazione:
«Il Tabor è figura del cuore trasfigurato nell’uomo dal vivere secondo lo Spirito»e anche san Leone Magno:
«Con la trasfigurazione del suo corpo Cristo intendeva togliere lo scandalo della croce dal cuore dei suoi discepoli e rivelare l’umiliazione della passione volontaria come preludio della splendida risurrezione» (Sermo 51).
5. Genere di preghiera e collocazione liturgica
La preghiera appartiene principalmente ai generi della lode e adorazione (“innalziamo la nostra lode”, “accogli la nostra adorazione”), ma possiede anche forti elementi di intercessione (“rendici degni”, “concedici di essere strumenti…”). Non vi sono accenti penitenziali o di ringraziamento esplicito.
Quanto alla collocazione liturgica, la preghiera si adatta pienamente alla festa della Trasfigurazione (6 agosto), ma tematicamente può trovare spazio in ogni celebrazione che evidenzi il tema della gloria di Cristo, della luce divina e dell’impegno missionario della Chiesa (es. Solennità di Cristo Re, veglie di adorazione, momenti di preghiera per i missionari, ritiri spirituali).
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
La preghiera può essere utilizzata sia individualmente che comunitariamente, grazie al suo tono solenne e universale, e si presta a diversi contesti:
- Nella preghiera personale: Recitata come atto di lode mattutina o serale, per chiedere la luce e la guida di Cristo in momenti di discernimento o rinnovamento, oppure come rendimento di grazie davanti al Santissimo Sacramento.
- Nella preghiera comunitaria e liturgica: Introdotta come orazione all’inizio o alla conclusione della Messa o della Liturgia delle Ore nel giorno della Trasfigurazione. Può servire come preghiera corale durante l’esposizione eucaristica, in ritiri, nei vespri solenni.
- Nel ciclo dell’anno liturgico: La sua collocazione privilegiata è il 6 agosto, festa della Trasfigurazione, ma è adatta anche nella solennità di Cristo Re (ultima domenica dell’anno liturgico), nelle domeniche “di luce” (Natale, Pasqua, Epifania) e nei momenti in cui si invoca la presenza trasfigurante di Cristo sulla vita della comunità, ad esempio nei capitoli generali, nelle consacrazioni, nelle ordinazioni.
- In gruppi giovanili o catechistici: Può accompagnare dinamiche sul tema della “luce”, dell’essere testimoni, del rinnovarsi in Cristo.
Si suggerisce di recitarla ad alta voce, tutti insieme, sostando qualche momento in silenzio contemplativo dopo la frase: “contempliamo lo splendore della tua divina maestà sul monte santo”, per favorire la meditazione sulla gloria di Cristo.
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