Preghiera a san San Pasquale Baylón per la Difficoltà delle Donne nel Matrimonio

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San Pasquale Baylón, amico fedele delle anime afflitte, ascolta la voce delle donne che oggi si trovano nel cuore della prova.
Tu che hai amato con cuore sincero e hai sostenuto chi soffriva, abbraccia le spose il cui matrimonio vacilla, ferito da incomprensioni, silenzi e dolore.
Dona loro la forza della speranza quando la stanchezza sembra soffocare ogni parola buona, e la fiducia si spegne nel gelo della distanza.
Infonde nei loro cuori la pazienza per attendere tempi migliori, il coraggio di perdonare e la saggezza di ascoltare con amore vero.
Guida i loro passi nella ricerca della pace, sostienile nel silenzio delle lacrime, rinnova in loro la certezza che ogni notte precede sempre un nuovo mattino.
San Pasquale Baylón, intercedi presso Dio affinché il loro legame sia sanato, rafforzato e benedetto; sii loro rifugio, conforto e speranza.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera a San Pasquale Baylón proposta qui si inserisce nella ricchissima tradizione della devozione ai santi, tipica della spiritualità cattolica. Essa nasce dall’idea, ben radicata nella dottrina della Communio Sanctorum, che i santi – uomini e donne che nella loro vita hanno vissuto in profonda unione con Cristo – continuino a sostenere i fedeli sulla terra attraverso la loro intercessione presso Dio. In particolare, San Pasquale, noto per la sua umiltà, carità e attenzione ai sofferenti, si è guadagnato nella devozione popolare il ruolo di protettore delle famiglie, delle donne e dei matrimoni in crisi.
La preghiera esprime dunque una richiesta di aiuto spirituale attraverso l’intercessione di un santo che si reputa vicino alle particolari difficoltà delle donne sposate. Questo tipo di supplica riflette la dottrina che contempla i santi come amici e modelli di fede, capaci di presentare davanti a Dio le richieste dei viventi.
Dal punto di vista spirituale, la supplica si colloca in una visione della fede non solo come esperienza personale ma profondamente comunitaria, in cui la famiglia, specialmente la comunità coniugale, è vista come “chiesa domestica” (cfr. Lumen gentium 11, Concilio Vaticano II), e i suoi dolori diventano oggetto della sollecitudine ecclesiale.
2. Destinatari della preghiera e motivazioni
La preghiera è esplicitamente rivolta a San Pasquale Baylón, frate spagnolo del XVI secolo, vissuto nell’ordine dei Francescani Scalzi. San Pasquale è universalmente venerato per la sua semplicità, purezza, profonda devozione all’Eucaristia (di cui è patrono), ma anche per la sua spiccata attenzione verso i poveri, i bisognosi e, nella tradizione popolare, alle donne sposate e alle famiglie in difficoltà.
Il santo viene invocato come amico fedele delle anime afflitte: la fiducia nei suoi confronti deriva dalla testimonianza di carità e intercessione data in vita, nonché dalle innumerevoli storie di grazie narrate nel tessuto popolare, soprattutto in Italia e Spagna, luoghi in cui la sua devozione si è maggiormente radicata.
La scelta di rivolgersi a San Pasquale, e non genericamente a Dio, riflette quella spiritualità cristiana che si sente parte di una grande famiglia di credenti, capaci di aiutarsi reciprocamente anche oltre la soglia della morte. Il Santo è considerato mediatore, “ponte” tra la sofferenza umana e la misericordia divina, qualcuno che ha sperimentato il dolore e la carità in questa vita e che, forte di questa esperienza, può ora presentare efficacemente le richieste dei devoti al Signore.
3. Beneficiari e bisogni spirituali e fisici affrontati
Il testo della preghiera menziona chiaramente i beneficiari: “le donne che oggi si trovano nel cuore della prova”, in particolare “le spose il cui matrimonio vacilla, ferito da incomprensioni, silenzi e dolore.”
Il focus è dunque sulle donne sposate in crisi matrimoniale. I bisogni affrontati sono molteplici:
- Spirituali: forza della speranza quando la fatica sembra vincere, capacità di perdonare, saggezza nell’ascolto, fede in un nuovo inizio, richiesta di pazienza e coraggio e di riconciliazione davanti alle lacerazioni della vita coniugale.
- Emozionali: conforto nelle lacrime, sostegno nella solitudine, sollievo nell’angoscia, fronteggiare lo scoraggiamento e l’incapacità di comunicare.
- Fisici/quotidiani: anche se non esplicitamente menzionati, le crisi coniugali toccano l’interezza della persona e spesso sfociano in sofferenza psicofisica che ha bisogno di accoglienza e ristoro.
La richiesta centrale è che il santo interceda presso Dio “affinché il loro legame sia sanato, rafforzato e benedetto”: si tratta dunque di una supplica che abbraccia la totalità dei bisogni della persona umana nella prospettiva cristiana dell’unità tra corpo, mente e spirito.
4. Temi teologici principali e fonti bibliche/patristiche
La preghiera sviluppa diversi temi teologici di grande importanza:
- L’intercessione dei santi: la fede nel fatto che, nella Comunione dei Santi, “i fedeli ancora pellegrini sulla terra... possono essere sostenuti dalla preghiera dei santi” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 956).
- La santità del matrimonio e la crisi coniugale: il matrimonio cristiano è rappresentato biblicamente come segno dell’unione tra Cristo e la Chiesa (cfr. Ef 5,25-32), ma la fragilità umana può ferire questa unione, rendendo necessaria la pazienza, il perdono, la ricerca della pace (“il coraggio di perdonare”, “la saggezza di ascoltare”, Col 3,13: “Sopportatevi a vicenda e perdonatevi... come il Signore ha perdonato voi”).
- La speranza cristiana: la certezza che “ogni notte precede sempre un nuovo mattino” richiama la fiducia nella Provvidenza divina, la fede nella resurrezione (cfr. Sal 30,6: “Al mattino grida di gioia”). Nel pensiero patristico, la perseveranza nella prova è spesso legata alla fede incrollabile nella vittoria finale della luce sulle tenebre (cfr. Gregorio di Nissa: “Dopo la notte della tribolazione, il sole della misericordia non manca di sorgere”).
- La carità vissuta: in linea con la testimonianza evangelica (cfr. Gv 13,34: “Amatevi come io vi ho amati”), la preghiera mette in luce l’importanza dell’amore concreto, del prendersi cura e della pazienza reciproca, praticate da San Pasquale durante la sua esistenza e richieste per le donne in crisi oggi.
In definitiva, questa preghiera attinge tanto al tesoro biblico quanto alla saggezza della tradizione, sottolineando che la fede cristiana non elimina la sofferenza ma la trasforma grazie all’Amore che tutto sostiene.
5. Genere di preghiera e collocazione liturgica
La presente supplica appartiene al genere dell’intercessione: è una preghiera rivolta a Dio tramite San Pasquale per ottenere aiuto e grazia nelle difficoltà coniugali. A questa dimensione intercessoria si aggiungono altri elementi:
- Un accenno penitenziale nella richiesta di perdono e di saggezza nell’amore.
- Una nota di lode e di riconoscimento per le virtù di San Pasquale, descritto come “amico fedele delle anime afflitte”.
Dal punto di vista liturgico, non è una preghiera ufficiale del Messale Romano o della Liturgia delle Ore, ma rientra nella preghiera devozionale privata o nelle celebrazioni comunitarie “per particolari bisogni” (ad esempio durante incontri di preghiera per famiglie o gruppi femminili). Può essere utilizzata durante le novene a San Pasquale (17 maggio, sua memoria liturgica), oppure in momenti di particolare necessità pastorale.
6. Indicazioni pratiche: uso personale e comunitario, tempi liturgici
Questa preghiera può essere impiegata in diversi modi e momenti:
- Nella preghiera personale: ogni donna, moglie, o chiunque viva una difficoltà familiare, può recitarla nei momenti di sconforto, solitudine o durante la meditazione quotidiana.
- In famiglia o in piccoli gruppi: la supplica può essere inserita nel Rosario, in una novena a San Pasquale o al termine di incontri di condivisione e preghiera tra coniugi o associazioni femminili.
- In parrocchia: il sacerdote o l’animatore può proporla alla comunità durante la Giornata di preghiera per le famiglie o in occasione dell’anniversario del santo.
- Nel tempo liturgico: particolarmente adatta nel tempo “ordinario”, oppure nella celebrazione di San Pasquale Baylón (17 maggio), ma anche durante la Quaresima e in momenti di ritiro spirituale in cui il tema sia la riconciliazione e la speranza nelle relazioni familiari.
Per valorizzarne l’efficacia spirituale si consiglia di recitarla in modo meditativo, alternando i paragrafi con momenti di silenzio, e, se in gruppo, alternando voci o aggiungendo intenzioni personali. Può essere accompagnata dalla lettura della Parola di Dio, in particolare i brani relativi alla misericordia, al perdono e all’unità familiare (ad esempio Gen 2,18-24; Mt 19,3-6; Col 3,12-17).
In conclusione, questa preghiera a San Pasquale Baylón rappresenta uno strumento prezioso per chi cerca conforto e forza nei momenti di crisi coniugale, offrendo alle donne, e in generale alle famiglie, la possibilità di porre le proprie ferite sotto lo sguardo misericordioso di Dio, attraverso l’intercessione di un santo fraterno e vicino.
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