Preghiera a San Pasquale Baylón per Portare l'Eucarestia in Famiglia

Ascolta la Preghiera
San Pasquale Baylón, custode dell’Eucarestia e amico fedele delle famiglie, ascolta la nostra voce. In questo giorno ci presentiamo davanti a te uniti dalle mani e dai cuori, chiedendo la tua intercessione.
Insegnaci a riconoscere in ogni mensa familiare un riflesso della Santa Eucarestia, dove Gesù si dona tutto per amore. Aiutaci a vivere ogni gesto quotidiano come un sacrificio d’amore condiviso, una comunione sincera che avvicina e consola.
Fa’ che nelle nostre case non manchi mai il pane della fiducia, il vino della gioia, la luce della preghiera insieme. Veglia su di noi quando ci sentiamo soli e fa’ che possiamo sempre ritrovarci riuniti, come attorno all’altare, per celebrare le piccole e grandi Eucarestie familiari di ogni giorno.
San Pasquale, esempio di umiltà e devozione, fa’ che le nostre famiglie crescano nella fede, nella speranza e nella carità, imitando il dono totale di Cristo. Aiutaci a essere segno vivo dell’amore di Dio nel mondo.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera a San Pasquale Baylón
La preghiera proposta si inserisce in un ricco contesto spirituale che unisce la devozione ai santi con la centralità dell’Eucaristia nella vita cristiana, declinata nel quotidiano concreto delle famiglie. San Pasquale Baylón (1540-1592), religioso spagnolo dell’Ordine dei Frati Minori, è venerato in modo speciale come patrono dei congressi eucaristici e delle confraternite del SS. Sacramento: fu infatti celebre per la sua straordinaria devozione all’Eucaristia, tanto da essere proclamato da Papa Leone XIII “serafino dell’Eucaristia”.
La preghiera si fonda su due cardini dottrinali fondamentali della fede cattolica: la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia e la vocazione della famiglia cristiana a diventare ‘chiesa domestica’. Il riferimento a San Pasquale come “custode dell’Eucaristia e amico fedele delle famiglie” richiama la sua doppia rilevanza: come intercessore per la vita sacramentale della Chiesa e come modello per trasformare l’ambiente familiare in un riflesso dell’amore divino manifestato nell’Eucaristia.
Tale spiritualità si radica nella dottrina della Lumen Gentium (n.11), che descrive la famiglia come il luogo dove la fede si trasmette e si incarna: “La casa è la chiesa domestica, dove i genitori aiutano i figli a crescere nella fede”. Allo stesso tempo la frequente menzione della mensa familiare come “riflesso della Santa Eucaristia” mostra la dimensione sacramentale di ogni momento condiviso e vissuto nell’amore, rendendo visibile e presente la grazia anche nella routine della vita familiare.
2. I destinatari della preghiera e le motivazioni
La preghiera è rivolta innanzitutto a San Pasquale Baylón. Il motivo della scelta di questo particolare santo è duplice:
- La sua connessione speciale con l’Eucaristia, di cui fu ardente devoto e promosso custode per tutto il suo ministero. Nella spiritualità cattolica, chiedere l’intercessione di un santo “specialista” significa rivolgersi a chi, per analogia di vita e di carismi, è vicino agli specifici bisogni presentati nella preghiera.
- Il suo legame tradizionale con le famiglie: in molte regioni d’Italia e di Spagna, San Pasquale è considerato amico e protettore della vita domestica e familiare, invocato in particolare per la pace e l’unità nella casa, il sostegno nelle difficoltà economiche e la solidarietà tra i coniugi.
La preghiera, pertanto, intende affidare a San Pasquale il “ponte” tra l’altissima realtà dell’Eucaristia e la concretezza della tavola familiare, rafforzando nei fedeli il senso di unità tra la vita sacramentale della Chiesa e il vissuto quotidiano della famiglia.
3. Beneficiari per cui si intercede e bisogni affrontati
Il beneficiario diretto della preghiera è la famiglia cristiana, il ‘noi’ esplicitamente citato (“ci presentiamo davanti a te uniti dalle mani e dai cuori”), che diventa soggetto comunitario in cammino. La preghiera abbraccia una gamma ampia di bisogni, sia spirituali che pratici:
- Spiritualità della mensa familiare: chiede di “riconoscere in ogni mensa familiare un riflesso della Santa Eucaristia”, cioè di vivere ogni pasto in comunione e come segno della presenza di Cristo.
- Unità e consolazione: intercede perché le difficoltà (“quando ci sentiamo soli…”) non spezzino la coesione, ma la presenza spirituale della preghiera comune aiuti a ritrovarsi.
- Provvidenza materiale e morale: si invoca che non manchi mai il “pane della fiducia” (fiducia nella Provvidenza divina), il “vino della gioia” (allegria condivisa), la “luce della preghiera insieme” (dimensione spirituale).
- Crescita nelle virtù teologali: fede, speranza e carità sono esplicitamente menzionate come meta del cammino familiare, affidate all’intercessione di San Pasquale.
La preghiera affronta così sia i rischi quotidiani di divisione, scoraggiamento, isolamento che i bisogni più profondi di vivere la famiglia come luogo eucaristico, scuola di amore oblativo e portatrice di nuova speranza all’interno del mondo.
4. Temi teologici principali: riferimenti biblici e patristici
La preghiera è ricca di riferimenti teologici profondi. Due sono i temi portanti:
- L’Eucaristia vissuta nella famiglia: L’immagine della mensa domestica come “altare” è radicata nelle parole di Gesù e negli Atti degli Apostoli:
“Spezzavano il pane nelle case e prendevano i pasti con letizia e semplicità di cuore” (Atti 2,46).
Già nei primi secoli, la tradizione patristica vede la famiglia cristiana come eco dell’Eucaristia celebrata nella Chiesa: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). - L’offerta della vita quotidiana come sacrificio d’amore: Risuona qui il monito paolino:
“Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio” (Rm 12,1).
E l’insegnamento di san Giovanni Crisostomo: “Rendiamo le nostre case Chiese… dove si prega insieme, dove si impara a donarsi” (Omelie sulla Prima Lettera ai Corinzi).
Il tema eucaristico e quello della comunione sono intrecciati: il “pane della fiducia” e il “vino della gioia” sono anche rimandi alla preghiera del Padre Nostro (“dacci oggi il nostro pane quotidiano”, Mt 6,11), mentre la richiesta di crescere in fede, speranza e carità richiama il tripode paolino:
“Ora dunque queste tre cose rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità.” (1Cor 13,13).
5. Genere di preghiera e collocazione liturgica
Questa composizione presenta la struttura tipica della preghiera di intercessione, poiché ci si rivolge a un santo chiedendo la sua mediazione presso Dio, ma il testo è anche preghiera di supplica, e in parte di lode (nel riconoscere i doni dell’Eucaristia e della comunione familiare).
Nella tradizione liturgica, preghiere di questo genere trovano particolare posto:
- nelle celebrazioni familiari (benedizioni della mensa, anniversari matrimoniali, benedizione delle case);
- nei momenti di adorazione eucaristica comunitaria, soprattutto nelle parrocchie dedicate a San Pasquale Baylón;
- nei ritiri e percorsi spirituali per famiglie e sposi.
Non risulta prescritta in modo formale dalla liturgia romana, ma rientra in quelle preghiere devozionali (private o semi-liturgiche) raccomandate per accrescere la sensibilità sacramentale e comunitaria delle famiglie.
6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e nell’anno liturgico
Questa preghiera può essere valorizzata in diversi modi, sia a livello personale, che familiare e comunitario:
- Preghiera domestica: può essere recitata quotidianamente prima o dopo i pasti, come momento per rileggere la giornata nella luce dell’Eucaristia vissuta in famiglia.
- Momenti speciali: consigliata nel giorno della festa di San Pasquale Baylón (17 maggio), durante l’adorazione eucaristica, o per benedire iniziative e attività delle famiglie in parrocchia.
- Itinerari di formazione: può essere inserita nei cammini di preparazione al matrimonio, nei percorsi di spiritualità conjugal o in incontri di preghiera per coppie e famiglie.
- Tempo liturgico: particolarmente adatta nel tempo pasquale (centrato sull’Eucaristia) e in occasione delle feste del Corpus Domini; ma è utile anche all’inizio di un nuovo anno pastorale o in situazioni di difficoltà familiare.
- Educazione alla fede dei figli: la preghiera aiuta i genitori a far scoprire ai più piccoli il valore del “dono” nella vita quotidiana, inserendo il tema eucaristico come chiave di lettura positiva e riconciliante delle relazioni domestiche.
In sintesi, questa preghiera costituisce un ponte tra la liturgia della Chiesa e la vita di ogni giorno, offrendo parole semplici e profonde che aiutano a riconoscere, in ogni gesto familiare, il riflesso dell’Amore eucaristico di Cristo. È uno strumento efficace per “educare all’essenziale” della fede: la presenza che Dio ci dona nella semplicità e nell’umiltà della nostra mensa domestica.
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