Preghiera a Dio per la Maestà degli Elefanti

Destinatari:  Dio
Beneficiari:  Elefanti
Temi:  Protezione
Tipologie:  Invocazione
Preghiera a Dio per la Maestà degli Elefanti
Ascolta la Preghiera

O Dio onnipotente,

Lodiamo la tua grandezza che si riflette nella maestà degli elefanti. Tu, che hai infuso in loro saggezza antica e mite forza, osserva la loro vita nei confini selvaggi della Tua creazione.

Proteggi, Signore, questi giganti gentili. Veglia su di loro mentre avanzano tra le foreste e le savane. Stendi la Tua potente mano contro ogni insidia e minaccia che l’avidità e la crudeltà umana hanno scatenato contro di loro.

Ascolta la nostra preghiera: fa’ che il bracconaggio abbia fine, che ogni cuore si apra alla compassione e che il rispetto per la vita trionfi sempre.

Benedici gli elefanti, perché possano continuare a calcare la terra che Tu hai donato a tutte le creature. Fa’ che la loro presenza sia sempre fonte di stupore e segno vivo della Tua sapienza.

Così sia.

Spiegazione della Preghiera

1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera per la protezione degli elefanti si inserisce in un contesto spirituale segnato da una visione cristiana profondamente incarnata nella teologia della creazione. Nella tradizione biblica, il creato intero è opera di Dio, un dono affidato all’umanità per esserne custode e non padrone arbitrario (Genesi 1,28-31). In questo senso, la preghiera si fa espressione di quella spiritualità ecologica che negli ultimi decenni è stata riscoperta dalla Chiesa, particolarmente attraverso il magistero di papa Francesco nell’enciclica Laudato si’, dove si afferma che “ogni creatura ha un valore proprio davanti a Dio” (LS 69).

La preghiera evidenzia il riconoscimento della grandezza divina riflessa negli elefanti e richiama al contempo la responsabilità dell’uomo nella tutela della biodiversità, richiamando il principio dottrinale della cura del creato come partecipazione al progetto divino. La presenza di una specifica invocazione contro il bracconaggio e la crudeltà invita a riflettere anche sul peccato strutturale rappresentato dal disprezzo della vita e dall’avidità, che deturpa l’ordine voluto dal Creatore.

2. Destinatari a cui è rivolta e perché

Il destinatario principale della preghiera è Dio onnipotente, creatore di tutte le cose visibili e invisibili, a cui si rivolge il fedele con fiducia nella capacità di Dio di operare nella storia e nella natura. La lode iniziale riconosce la suprema autorità divina su ogni creatura; qui si scorge un’eco del Salmo 104: “Quanto sono grandi, Signore, le Tue opere! Tutto hai fatto con saggezza” (Sal 104,24).

Dio viene invocato sia come artefice della diversità della creazione, sia come colui che può intervenire a difesa degli innocenti, tema centrale anche nella preghiera cristiana per la fine della violenza e dell’ingiustizia. La modalità di rivolgersi al Signore richiama la tradizione biblica dell’“intercessione” profetica (es. Mosè per il popolo, Abramo per Sodoma), sottolineando la dimensione relazionale e di responsabilità del fedele di fronte al male nel mondo.

3. Beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

La supplica è diretta in favore degli elefanti, definiti “giganti gentili” e portatori di “saggezza antica e mite forza”, individuando in loro non solo una specie da proteggere, ma anche un segno vivente della ricchezza della creazione. Gli elefanti diventano, così, beneficiari espliciti dell’intercessione, una scelta significativa che va al di là dell’esperienza ordinaria della preghiera cattolica, spesso centrata sull’uomo, e che si apre invece ad uno sguardo contemplativo ed ecumenico sulle necessità di tutte le creature.

I bisogni affrontati sono concreti e spirituali:

  • Protezione dalla violenza (minacce di bracconaggio, distruzione dell’habitat, crudeltà umana);
  • Benedizione sulla loro vita (“possa essere fonte di stupore e segno della Tua sapienza”);
  • Trasformazione dei cuori umani affinché prevalgano compassione e rispetto, obiettivo che mostra il legame tra salvezza umana e cura del creato.
La preghiera, quindi, si fa invocazione affinché Dio stesso agisca nella storia e converta l’umanità: “Ascolta la nostra preghiera: fa’ che il bracconaggio abbia fine, che ogni cuore si apra alla compassione e che il rispetto per la vita trionfi sempre.”

4. Temi teologici principali

Sono numerosi i temi teologici che emergono:

  • La lode al Creatore: Esprimere ammirazione per la sapienza divina riflessa nella natura, come sottolineato anche da san Basilio: “Un’unica terra, un solo mare, eppure quanti animali, quanti esseri razionali o irrazionali… in tutto v’è sapienza!” (Omelia sulla Genesi).
  • La protezione del fragile: Il Dio della Bibbia è difensore dei deboli (cfr. Sal 146,9), qui applicato agli animali, in particolare agli elefanti come simbolo di forza mite minacciata dall’avidità umana.
  • La conversione del cuore umano: “Fa’ che ogni cuore si apra alla compassione”: la salvezza passa per una trasformazione interiore, che solo Dio può compiere, come afferma profeticamente Ezechiele: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo” (Ez 36,26).
  • Il valore intrinseco della creazione: Ogni creatura ha dignità propria e manifesta la gloria di Dio, secondo il pensiero di san Francesco d’Assisi e il Cantico delle Creature: “Laudato si’, mi’ Signore, per tutte le creature”.
Questi temi trovano eco sia nella Sacra Scrittura sia nella più ampia tradizione patristica e magisteriale, sottolineando la sacralità del creato e l’urgente appello a custodirlo.

5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica

La preghiera presentata è un tipico esempio di intercessione, poiché chiede a Dio di intervenire a favore di altre creature minacciate. Tuttavia, è presente anche l’elemento della lode (“Lodiamo la tua grandezza…”), cui si unisce la richiesta di benedizione e l’invocazione di una conversione dei cuori, elementi che la fanno rientrare nelle preghiere composte secondo la spiritualità ecclesiale contemporanea, con attenzione alle questioni ecologiche e sociali.

Nella tradizione cattolica, preghiere simili (per la pioggia, per i raccolti, per gli animali domestici) fanno parte della preghiera di benedizione e delle preghiere per il creato che oggi, grazie alle Giornate mondiali di preghiera per la cura del creato (1 settembre) e alla Settimana della Laudato Si’, stanno trovando crescente spazio nella preghiera liturgica e comunitaria.

6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e nel calendario liturgico

Nell’uso personale, questa preghiera può essere recitata come meditazione mattutina o serale, specialmente per chi è sensibile ai temi ambientali o vuole coltivare uno sguardo contemplativo capace di scorgere Dio all’opera nella natura.

In ambito comunitario, trova posto:

  • Durante celebrazioni ecumeniche e veglie per il creato (in particolare il 1 settembre);
  • Nel tempo della Quaresima e del Tempo Ordinario come preghiera per la conversione e la giustizia;
  • Nelle catechesi con ragazzi e giovani per sensibilizzare alla cura del creato, integrando la riflessione con canti e momenti di silenzio contemplativo.

Nel calendario liturgico, è particolarmente indicata per:

  • La Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato (1 settembre);
  • Durante la Settimana della Laudato Si’ (maggio);
  • Celebrazioni di benedizione animali (in ottobre, festa di san Francesco d’Assisi);
  • Momenti di digiuno e penitenza legati a crisi ecologiche o notizie di minacce alla fauna selvatica.

È auspicabile che venga usata insieme a letture bibliche appropriate (Salmi della creazione, Genesi 1–2, Romani 8 sulla creazione che geme), accompagnandola magari con il silenzio o uno spazio contemplativo, favorendo così una coscienza spirituale capace di alimentare anche l’impegno concreto a difesa della vita sotto tutte le sue forme.

In sintesi: questa preghiera amplia l’orizzonte della spiritualità cattolica dal solo rapporto uomo-Dio, al mistero di un universo tutto incluso nella redenzione e nella lode al Creatore, con particolare attenzione alle creature indifese come gli elefanti, oggi più che mai simbolo della maestà e della fragilità della casa comune affidata all’umanità.

Commenti

I commenti saranno disponibili a breve.