Dialogo semplice con San Francesco di Sales sulla dolcezza nei rapporti con i colleghi

Destinatari:  San Francesco di Sales
Beneficiari:  Colleghi affiatati
Tipologie:  Dialogo semplice
Dialogo semplice con San Francesco di Sales sulla dolcezza nei rapporti con i colleghi
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San Francesco di Sales, maestro di mansuetudine, mi rivolgo a te con cuore aperto.

Guarda a noi, colleghi uniti nel lavoro quotidiano. Insegnaci il silenzio interiore: quella calma serena che abita il cuore anche quando tutto attorno sembra turbinare.

Fa’ che possiamo accogliere le difficoltà con pazienza e gentilezza. Quando le tensioni crescono, donaci la tua grazia: la dolcezza dello sguardo, la forza di non rispondere con agitazione al nervosismo, ma di portare, con piccoli gesti, pace tra di noi.

San Francesco, consigliaci: guidaci sul come custodire rapporti sereni anche nelle ore più difficili. Rinnova in noi il desiderio di lavorare insieme, ognuno con i suoi talenti e le sue fragilità, nella certezza che la vera armonia nasce da un cuore silenzioso e attento all’altro.

Aiutaci a portarci l’un l’altro con rispetto e affetto, perché il nostro luogo di lavoro sia sempre segno di comprensione e di benevolenza. Così sia.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera rivolta a San Francesco di Sales, qui riportata, nasce da una profonda consapevolezza del valore della mansuetudine, della dolcezza e della carità cristiana nella vita quotidiana e, in modo particolare, nell’ambiente di lavoro. San Francesco di Sales (1567-1622), vescovo di Ginevra e dottore della Chiesa, è noto per i suoi insegnamenti sulla santificazione della vita ordinaria, sul valore della gentilezza e della pazienza, e sull’imitazione della dolcezza di Cristo. È considerato Maestro della dolcezza perché, nel suo ministero, ha dimostrato che la vera forza interiore si manifesta nella mitezza e nella capacità di accogliere l’altro con cuore aperto.

Dal punto di vista dottrinale, questa preghiera si fonda sulla spiritualità salesiana, che invita a cercare la perfezione cristiana nell’accoglienza delle piccole croci quotidiane, nella carità vissuta verso il prossimo, e nella ricerca della pace interiore come frutto dello Spirito Santo (cfr. Gal 5,22). L’invocazione chiede esplicitamente l’intercessione del santo per ottenere quei doni spirituali che la Chiesa considera frutti della santità: serenità, pazienza, rispetto e armonia. San Francesco di Sales, inoltre, fu un grande testimone, con la sua azione pastorale e i suoi scritti, della possibilità per ogni fedele di vivere una vita profondamente unita a Dio pur nelle occupazioni più ordinarie.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera si rivolge direttamente a San Francesco di Sales, invocato come "maestro di mansuetudine", e indirettamente, nei suoi passaggi, è pensata per essere recitata da chi lavora in ambiente comunitario o di gruppo. L’invocazione esplicita: "Guarda a noi, colleghi uniti nel lavoro quotidiano", chiarisce chi sono i destinatari ideali di questa orazione: gruppi di lavoro, équipe, comunità professionali o volontarie.

San Francesco di Sales è scelto come intercessore e modello perché la sua sapienza spirituale si adatta perfettamente a chi desidera coltivare virtù difficili ma essenziali nel contesto della collaborazione professionale: la pazienza, la gentilezza e la capacità di leggere nelle difficoltà un’occasione di crescita. Come ricorda lo stesso santo, "attiriamo più mosche con un cucchiaino di miele che con un barile d’aceto" (Filotea). Questa frase incarna il nucleo del suo insegnamento per i rapporti umani.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

I beneficiari della preghiera sono tutti coloro che condividono la fatica e la bellezza del lavoro quotidiano insieme. Si tratta di persone che, pur diverse tra loro per carattere, storia, competenze e fragilità, sono chiamate a collaborare e a portare avanti un compito comune.

Tra i bisogni spirituali affrontati, troviamo:

  • Silenzio interiore, ovvero la capacità di mantenere la pace del cuore anche nei momenti di tensione.
  • Pazienza e gentilezza nelle difficoltà, anziché lasciarsi travolgere da risposte impulsive e negative.
  • Forza interiore per resistere alle provocazioni e riportare con piccoli gesti la pace nel gruppo.
  • Armonia e comprensione fra i membri del gruppo, affinché il lavoro diventi occasione di crescita e di testimonianza cristiana.

Dal punto di vista fisico ed esistenziale, questa preghiera sostiene coloro che si trovano immersi in ambienti lavorativi stressanti, soggetti a tensioni, burnout, rivalità o semplice fatica giornaliera. Chiede un aiuto concreto per proteggere la salute relazionale e psichica, riconoscendo la necessità di rispetto, gentilezza e benevolenza come risorse essenziali per il vivere bene e il lavorare in modo fruttuoso.

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche

La preghiera mette in rilievo svariati temi teologici di grande rilevanza, tra cui:

  • La mansuetudine come virtù cristiana: Gesù stesso dichiara "Beati i miti, perché avranno in eredità la terra" (Mt 5,5), e San Francesco di Sales ne fa un pilastro della spiritualità personale e collettiva.
  • La pace come dono dello Spirito: "La pace di Cristo regni nei vostri cuori" (Col 3,15). Questa pace non è assenza di conflitti, ma capacità di vivere in armonia malgrado le avversità.
  • La carità nelle relazioni interpersonali: "Portate i pesi gli uni degli altri" (Gal 6,2) e ancora "Amatevi cordialmente gli uni gli altri" (Rm 12,10).
  • L’accoglienza delle difficoltà come via alla santità: “Le piccole croci sono le scale con cui si sale verso il cielo” (San Francesco di Sales, Lettere).

Padri della Chiesa come San Giovanni Crisostomo ed Efrem il Siro sottolineavano, simili a Francesco di Sales, il valore del dominio di sé e della mitezza nel vivere cristiano:

“Non vi è forza più grande della mitezza, né niente che vinca più facilmente il cuore umano” (San Giovanni Crisostomo, Omelie).

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Questa preghiera appartiene principalmente al genere dell’intercessione: è una supplica rivolta a un santo per chiedere il suo sostegno presso Dio nelle difficoltà concrete della vita di tutti i giorni. Tuttavia, contiene anche elementi di lode (esaltando San Francesco come "maestro di mansuetudine") e di richiesta di crescita virtuosa da parte del gruppo orante.

Nella tradizione liturgica, le preghiere a San Francesco di Sales trovano collocazione soprattutto nel suo giorno liturgico (24 gennaio), all’interno di celebrazioni di eucaristia o liturgia delle ore in suo onore. Tuttavia, data la sua vocazione di guida dello spirito nella quotidianità, è particolarmente adatta anche alla preghiera personale, in momenti di particolare difficoltà nelle relazioni di lavoro, oppure in riti comunitari o riunioni di équipe, sia in ambito ecclesiale sia nel mondo laico (laddove si accetti la proposta spirituale).

6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico

Uso personale: La preghiera può essere recitata individualmente prima di iniziare la giornata lavorativa per chiedere a San Francesco di Sales la grazia di vivere il lavoro come occasione di crescita in pazienza e gentilezza. Può essere particolarmente significativa nei momenti in cui si percepiscano tensioni o nervosismi con i colleghi, come "reset spirituale" per ricominciare con cuore nuovo.

Uso comunitario: È indicata come preghiera introduttiva o conclusiva durante riunioni tra colleghi, all’avvio di un progetto importante, nei momenti di verifica o bilancio di gruppo. Può essere utilizzata anche all’interno di ritiri spirituali per operatori pastorali, volontari, insegnanti o altri gruppi di lavoro.

Tempi dell’anno liturgico: L’occasione privilegiata è la memoria liturgica di San Francesco di Sales (24 gennaio), ma il suo utilizzo è incoraggiato per tutto l’anno, specie nei periodi di Quaresima e Avvento, tempi di conversione del cuore, oppure in occasione della settimana della gentilezza o iniziative simili promosse in ambito ecclesiale o lavorativo.

Infine, questa preghiera favorisce la costruzione di un clima fraterno e benevolo nei luoghi di lavoro, secondo il desiderio espresso da Papa Francesco di promuovere la cultura dell’incontro:

“La gentilezza è una stella che brilla nella notte delle nostre incomprensioni.” (Papa Francesco, Udienza Generale, 2020).
Recitarla con fede aiuta a compiere gesti di bontà e riconciliazione che sono già parte, nella loro semplicità, della storia della salvezza.

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