Preghiere tipo Lamento

Lamento è una tipologia di preghiera caratterizzata dall’espressione del dolore, della sofferenza o dello smarrimento davanti a Dio. Si trova spesso nei Salmi, dove il credente chiede aiuto o consolazione. Liturgicamente, il lamento compare nelle celebrazioni penitenziali, nel tempo di Quaresima o durante la Liturgia delle Ore, in particolare nei Salmi lamentosi, che danno voce al bisogno di conforto e di giustizia di fronte alle difficoltà della vita.

Preghiere trovate: 23
Lamento alla Madonna Addolorata per la Madre che ha perso un figlio
Lamento alla Madonna Addolorata per la Madre che ha perso un figlio
Destinatari:  Madonna Addolorata
Beneficiari:  Madre
Temi:  Lutto
Tipologie:  Lamento

Madonna Addolorata, Madre che hai conosciuto il dolore più grande, rivolgo a Te il mio grido di lamento.

Nel mio petto si apre la ferita del lutto, come una lama silenziosa che lacera i giorni e la speranza. Il vuoto è immenso, la mancanza urla tra le pareti della mia casa e del mio cuore.

O Madre, che hai stretto tra le braccia il Tuo Figlio senza vita, guarda la mia sofferenza: le mie lacrime sono sorelle delle tue, il mio abbraccio vuoto si unisce al Tuo accanto alla croce.

Perché, Madre santa, il mio cuore si spezza e non trova riposo? Perché il mondo continua, ma io resto sospesa tra ricordi e assenza?

A Te, che hai camminato nella notte del dolore più oscuro, affidami un barlume di consolazione. Aiutami a sentire che nel mio pianto non sono sola, ma accompagnata dal Tuo amore materno, nella comunione di chi soffre e spera.

Concedimi, Addolorata, la forza di portare questo peso e, nel tempo, il senso segreto che solo Tu conosci, Tu che hai trasformato la croce in speranza. Abbraccia il mio dolore e tienilo stretto con il Tuo, perché in questo mistero io trovi un giorno pace.

Amen.

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Lamento a Dio per i Figli vittime di ingiustizia
Lamento a Dio per i Figli vittime di ingiustizia
Destinatari:  Dio
Beneficiari:  Figli
Tipologie:  Lamento

O Dio, Padre dei deboli e custode dei puri di cuore, ascolta il mio lamento che si leva per i Tuoi Figli oppressi.

Perché, Signore, la giustizia sembra lontana? Perché gli umili sono oltraggiati e vessati, e il loro grido pare cadere nel silenzio? Il loro spirito è abbattuto, il loro cuore fiaccato, la loro speranza vacilla sotto il peso dell’ingiustizia.

Tu, che conosci ogni lacrima versata nel segreto, guarda la sofferenza di chi è stato privato di ciò che è giusto. Non allontanare il Tuo sguardo misericordioso dai Figli calpestati, non lasciare che l’oppressore trionfi sul povero e il potente soffochi la voce dei piccoli.

Perché ci sentiamo così impotenti davanti all’arroganza di chi domina e schiaccia? Dove sei, o Dio, quando viene derubato ciò che è dovuto ai Tuoi figli?

Ascolta questo grido che sale da chi non ha difesa; resta vicino a chi ha il cuore ferito dall’ingiustizia. Intervieni, Signore, secondo la Tua Verità: ristabilisci l’equità, rendi giustizia agli umili!

Consola chi è stato tradito e umiliato. Rinnova la speranza nel cuore degli innocenti. Fa’ che la Tua luce illumini le tenebre del sopruso e che si compia, per i Tuoi Figli, la Tua volontà di giustizia e pace.

A te affidiamo ogni lacrima e ogni speranza, Attendendo da te

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Lamento a Dio con i Santi Proto e Giacinto per le vittime di violenza
Lamento a Dio con i Santi Proto e Giacinto per le vittime di violenza

Dio di misericordia, oggi solleviamo a Te il nostro lamento per tutte le vittime innocenti di violenza, per chi ha conosciuto la perdita, lo smarrimento, l’ingiustizia e la paura.

Tu che hai ascoltato il pianto di tuo Figlio e vedi ogni ferita nascosta nel cuore umano, accogli il dolore di chi non trova voce e le lacrime di chi è stato privato della gioia.

Santi Proto e Giacinto, martiri fedeli che avete sopportato la violenza con coraggio e fede incrollabile, intercedete per noi presso il Signore. Sostenete chi è stato colpito da mani ingiuste, abbracciate chi si sente solo dopo la perdita, infondete la forza di continuare quando tutto sembra buio.

O Santi amati, rendete speranza ciò che la violenza ha cercato di spegnere. Portate nei cuori spezzati la fiducia che la giustizia di Dio sia più forte di ogni male e la certezza che nessuna ferita è ignorata ai Suoi occhi.

Ti chiediamo, Padre, per l’intercessione dei tuoi santi martiri, che le vittime trovino consolazione e che dalla loro sofferenza germogli un domani di pace. Dona a chi patisce la forza di rialzarsi, di credere ancora nell’amore e nella Tua giustizia.

Non abbandonarci nell’ora della prova, ma solleva chi cade, guarisci chi è ferito, ascolta il grido silenzioso di chi soffre, e per la fede di Proto e Giacinto, trasforma il lamento in preghiera di speranza.

Amen.

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Lamento a Dio con l'intercessione di San Pafnuzio per la Chiesa sofferente
Lamento a Dio con l'intercessione di San Pafnuzio per la Chiesa sofferente
Destinatari:  San Pafnuzio di Tebe
Beneficiari:  Prime Comunioni
Tipologie:  Lamento

O San Pafnuzio di Tebe, uomo dal cuore paziente e dallo spirito ardente, ascolta il lamento dei nostri cuori giovani, riuniti in questo giorno di Prima Comunione.

In questo momento sacro, dove il pane e il vino diventano segno della presenza di Gesù, sentiamo talvolta un silenzio che pesa nelle stanze dell’anima. Perché, Signore, sembri così lontano, mentre noi ti cerchiamo con desiderio? Perché le nostre preghiere sembrano sfiorare il cielo, senza mai trapassarlo?

San Pafnuzio, che nei deserti hai conosciuto la fame della voce di Dio, aiutaci a capire il mistero del silenzio. Tu che hai pianto e atteso, insegnaci ad aspettare con fiducia, senza smettere mai di tendere la mano verso Lui.

Fa’ che in questa nostra festa, anche se ci sembra che Dio non risponda, possiamo riconoscere il suo abbraccio nascosto nel silenzio; che la nostra fame di parole sia colmata dalla sua presenza silenziosa.

Intercedi per noi, San Pafnuzio: quando il silenzio di Dio diventa troppo grande, donaci la speranza; quando il buio ci avvolge, sii tu la luce che ci guida verso l’incontro vero con Gesù Eucaristia.

Così sia.

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Lamento a Dio per la solitudine degli Amici anziani
Lamento a Dio per la solitudine degli Amici anziani
Destinatari:  Dio
Beneficiari:  Amici anziani
Tipologie:  Lamento

Dio misericordioso, a Te innalziamo il nostro lamento per i nostri amici anziani, che vivono nella solitudine.
Quante volte, Signore, il loro cuore si stringe nel silenzio delle stanze vuote e nel ricordo di voci amate che non risuonano più. Sperimentano il peso dei giorni lenti e la distanza degli affetti, e a volte la pace sembra svanire, inghiottita dal loro dolore.

Con dolore, Ti affidiamo questi nostri fratelli e sorelle: sentono il freddo dell’isolamento, la nostalgia delle carezze, la mancanza di uno sguardo amico. Solo Tu conosci fino in fondo la loro fatica, la paura della notte, il timore di essere dimenticati.

O Dio, fa’ sentire la Tua vicinanza a chi spesso si sente solo. Dona loro la Tua pace nella solitudine, abbraccia i loro cuori stanchi e consola le loro lacrime nascoste. Accendi in loro la speranza che non tutto è perduto, che Tu sei presenza che non abbandona mai.

Infondi, Signore, generosità nei cuori delle persone affinché molte mani si tendano a visitare, ascoltare, e amare chi soffre nella solitudine. Suscita nuovi amici, nuove attenzioni, nuovi sorrisi che possano risanare la ferita dell’abbandono.

Ascoltaci, Signore della pace, e dona sollievo ai nostri amici anziani, perché nella solitudine possano scoprire la tenerezza della Tua presenza e la gioia di nuovi legami.

Amen.

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Lamento a Dio con San Girolamo per i momenti di aridità spirituale
Lamento a Dio con San Girolamo per i momenti di aridità spirituale
Destinatari:  San Girolamo
Tipologie:  Lamento

San Girolamo, tu che hai cercato il volto di Dio tra le rocce aride del deserto, ascolta la voce di chi vaga nel silenzio.

A te ci rivolgiamo, noi che sentiamo vacillare la fiducia e che siamo avvolti da un silenzio pesante. Così spesso la preghiera è come un seme caduto su terra secca, e le parole volano senza ritorno.

Perché, Signore, resti muto davanti al grido del nostro cuore? Dove sei, o Dio, quando le ginocchia si piegano e l’anima si fa piccola? Ci sentiamo soli, e la Tua assenza pesa più del peccato.

Santo patrono di chi lotta con la fede debole, concedici tu, Girolamo, la perseveranza che ti tenne saldo durante i giorni senza consolazione. Tu hai conosciuto la notte della fede, tu hai pianto la distanza di Dio.

Intercedi per noi: portaci dalla sterilità della preghiera alla speranza silenziosa, dalla sete di Dio all’intima certezza che Egli, anche tacendo, ci è vicino.

Guida ogni nostro lamento, trasforma il dolore muto in un’attesa fiduciosa. Fa’ che possiamo resistere come tu hai fatto, fino a quando il Silenzio si sciolga in Parola e la Notte apra le porte all’Alba.

Amen.

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Lamento a San Giovanni Paolo II per i giovani che hanno perso la speranza
Lamento a San Giovanni Paolo II per i giovani che hanno perso la speranza

San Giovanni Paolo II, padre degli Spiriti Creativi, ascolta la voce degli artisti giovani che ora innalzano il loro lamento verso di Te.

Abbiamo attraversato il dolore della perdita, abbiamo visto spegnersi la luce delle nostre opere, la speranza tremare come una candela al vento. I nostri sogni si sono frantumati contro la roccia del silenzio, e il vuoto ci parla d’assenza.

Tu che hai saputo riconoscere il linguaggio dell’anima nell’arte, accogli i nostri cuori affranti. Intercedi perché ogni nostro grido si trasformi in speranza, perché il pennello ritrovi i suoi colori, le mani tornino a modellare la bellezza che consola.

Mostraci, o Santo uomo dalle braccia larghe, come trasformare il vuoto in attesa, la perdita in rinascita, la ferita in canto. Sii tu la stella che ci guida nella notte, perché la nostra arte non sia solo pianto ma anche luce per chi vive nell’ombra.

San Giovanni Paolo II, non lasciare soli i giovani artisti che piangono: aiutaci a credere che dal lamento possa sorgere una nuova speranza. Amen.

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Lamento a Dio con San Giovanni da Capestrano per la tiepidezza dei cristiani
Lamento a Dio con San Giovanni da Capestrano per la tiepidezza dei cristiani

O glorioso San Giovanni da Capestrano,

tu che hai lottato con zelo ardente per la verità e l’unità della fede, volgiti a noi, tuoi fratelli ancora in cammino.

Vedi, o Santo di carità audace, quanto è grande oggi la confusione tra i fedeli! I cristiani vacillano, divisi da dottrine strane e da un mondo che soffoca la luce della verità; il nostro spirito si fa sempre più tiepido, le labbra pronunciano il nome del Signore ma il cuore si perde nella nebbia del dubbio e dello smarrimento.

Dio onnipotente, ascolta il nostro lamento. Soffriamo per la debolezza della fede che corrode la Tua Chiesa, per la paura che paralizza, per le indifferenze che gelano la nostra testimonianza nel mondo.

Ti preghiamo, per intercessione di San Giovanni da Capestrano: manda il Tuo Spirito Santo come in una nuova Pentecoste! Riaccendi nei nostri cuori il fuoco della fede, rendi il nostro cuore ardente e sincero. Donaci forza per resistere alla confusione, coraggio di professare la fede vera, umiltà per restare uniti in Te.

O San Giovanni da Capestrano,
lotta ancora per noi presso il trono di Dio,
perché i tuoi fratelli non si perdano,
ma siano segno di luce e verità
in mezzo alle tenebre del nostro tempo.

Amen.

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Il Lamento come Tipologia di Preghiera: Descrizione e Collocazione Liturgica

La preghiera di lamento rappresenta una delle forme più antiche e autentiche della relazione tra l’essere umano e Dio. Meno conosciuta e praticata rispetto alla lode, alla supplica o al ringraziamento, il lamento è tuttavia intimamente radicato nella Sacra Scrittura e nella storia spirituale, trovando espressione sia nella liturgia che nella pietà popolare.

1. Descrizione della Tipologia di Preghiera: Il Lamento

Il lamento è una preghiera di dolore, angoscia e protesta, nella quale l’orante esprime a Dio la sua sofferenza, il senso di abbandono, l’incomprensione delle prove della vita, talvolta persino la propria delusione o rabbia. Non si tratta dunque semplicemente di una “lamentela”, ma di una preghiera a cuore aperto, segnata da sincerità e fiducia radicale nella possibilità di rivolgere tutto – anche il negativo – a Dio.

In tale senso, il lamento si differenzia dalle preghiere di lode (che esaltano la grandezza di Dio), intercessione (che chiedono benefici per sé o altri), o di penitenza (che confessano il peccato). Il lamento accetta e presenta la fragilità, l’angoscia, il dolore, la perdita, come esperienza umana che si può e si deve condividere con Dio, qualunque sia la causa della sofferenza.

2. Collocazione nella Storia della Liturgia e della Pietà Popolare

Fin dall’Antico Testamento, e in particolare nei Salmi, la preghiera di lamento è onnipresente. Nel Salterio, circa un terzo dei salmi è considerato un “salmo di lamento” sia individuale che comunitario. Episodi paradigmatici sono il lamento di Giobbe, le Lamentazioni di Geremia, ma anche la preghiera di molti profeti e del popolo durante l’esilio. Nel Nuovo Testamento, Gesù stesso utilizza il lamento del salmo 22 (“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”) sulla croce.

Nella tradizione liturgica, elementi di lamento compaiono:

  • Nelle Litanie dei Santi, con la ripetizione di “Kyrie eleison” (Signore, abbi pietà).
  • Nella Liturgia delle Ore, attraverso la salmodia di lamento soprattutto nel periodo quaresimale o nei giorni di penitenza.
  • Nella Liturgia dei Defunti, con salmi e antifone che danno voce al dolore della perdita e speranza nella resurrezione.
  • Durante la Settimana Santa: le Lamentazioni del Venerdì Santo, i canti funebri (“Stabat Mater”), ecc.

Anche nella pietà popolare il lamento trova spazio: “Pie donne” e “Grida” nelle processioni pasquali, “lamenti” davanti ai misteri del dolore, quadri cantati o recitati nelle veglie.

3. Struttura Tipica e Caratteristiche Formali

Il lamento, pur nella varietà dei testi, presenta delle caratteristiche ricorrenti:

  1. Invocazione: Si apre spesso con il ricordo del rapporto con Dio (“Signore, mio Dio”, “Dio dei padri nostri...”).
  2. Esposizione del dolore: Descrizione sincera del male subito, interiore o esteriore (“Perché mi hai abbandonato?”, “Qual è il senso della mia sofferenza?”).
  3. Domanda: A volte in modo diretto o persino provocatorio, il fedele osa chiedere “Perché?”, “Fino a quando?”; domanda aiuto o liberazione.
  4. Riconoscimento di fede: Spesso, alla fine, una professione di fiducia (“Ma io confido in te...”, “Nonostante tutto, spero in te”).

Alcune caratteristiche formali tipiche sono l’uso di immagini forti e poetiche, la ripetizione, la drammaticità del linguaggio, l’alternanza tra abbattimento e riaccendersi della fede. Il lamento riesce così ad abbracciare tutta la gamma delle emozioni umane.

4. Esempi Noti di Preghiere di Lamento

Nel Salterio e nella Bibbia:

  • Salmo 22: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”
  • Salmo 13: “Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?”
  • Salmo 42: “Perché ti abbatti, anima mia, spera in Dio...”
  • Lamentazioni di Geremia: “Il Signore mi ha saziato d’amarezza...”
  • Giobbe: “Mi rivolgo a Dio senza trovare risposta...”

Nella liturgia cristiana:

  • Grido di Gesù sulla croce (Vangelo di Marco 15,34): “Elì, Elì, lemà sabactàni?”
  • Stabat Mater: canto mariano che medita sul dolore di Maria presso la croce.
  • Improperi del Venerdì Santo: antiche invocazioni che esprimono la tristezza per le offese al Signore.

Nella pietà popolare:

  • Canti di lamento durante la Settimana Santa, spesso diffusi nel Sud Italia e nell’area mediterranea.
  • Liturgie funebri con la recita del Salmo 130 (“Dal profondo a te grido, Signore”).

5. Valore Pastorale e Pedagogico della Preghiera di Lamento

La preghiera di lamento ha un profondo valore pastorale e pedagogico che si manifesta in diversi ambiti:

  • Umanizzazione della fede: Il lamento permette di vivere la fede senza mascherare la sofferenza. Aiuta ad accogliere fragilità e vulnerabilità come elementi autentici del rapporto con Dio.
  • Educazione alla sincerità: Nell’epoca dell’apparenza e della forza, questa preghiera educa a essere trasparenti davanti a Dio e agli altri, senza nascondere dolore e smarrimento.
  • Risorsa per i momenti di crisi: Il lamento diventa un cammino di guarigione per chi affronta il lutto, la malattia, situazioni disperate, scandali o traumi nella vita della comunità.
  • Strumento di solidarietà: Permette di condividere le sofferenze di chi è alla prova, di pregare con e per chi non ha più parole. Stimola all’ascolto della “voce di chi non ha voce”.
  • Apertura alla speranza: Quanto più profondo è il lamento, tanto più può aprire all’affidamento a Dio: si grida il dolore, ma si rinnova anche la speranza, pur in mancanza di risposte immediate.

6. Consigli per l’Utilizzo nella Preghiera Personale e Comunitaria

Non sempre nella catechesi o nella vita liturgica c’è spazio per il lamento. Ecco alcuni suggerimenti pratici per valorizzarlo:

  • Lettura e meditazione dei salmi di lamento: Aiutano a trovare parole bibliche per esprimere il proprio disagio o lutto, sia individuale che collettivo.
  • Scrittura personale di lamenti: Si può provare a redigere la propria preghiera di lamento, seguendo lo schema biblico: invocazione, esposizione del dolore, domanda, affidamento.
  • Uso liturgico nel tempo di penitenza o in eventi drammatici: La Chiesa può proporre momenti specifici di lamento (veglie di preghiera, adorazione, liturgie penitenziali) soprattutto davanti a catastrofi, lutti collettivi, crisi.
  • Spazi di ascolto comunitario: Dare la possibilità ai membri della comunità di condividere e pregare insieme i propri dolori; fare memoria di eventi che hanno ferito la collettività.
  • Elevare il lamento verso la speranza: Nel cammino spirituale, il lamento non è fine a sé stesso: ogni lamentazione andrebbe ricondotta a una rinnovata fiducia, anche se “a tentoni”, nella presenza silenziosa di Dio.

“La preghiera di lamentazione non è mancanza di fede, ma piuttosto la massima espressione di fiducia: Dio è così amico che si può piangere e protestare davanti a Lui.”

In conclusione, la preghiera di lamento rappresenta una via preziosa e umanissima della spiritualità cristiana. Offre al credente e alla comunità una grammatica per rivolgersi a Dio non solo nei giorni di gioia e gratitudine, ma anche nella notte oscura del dolore e dell’incomprensione, educando alla trasparenza, alla compassione e all’apertura alla speranza.

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