Supplica a Papa Francesco per le Vittime di Guerra e il Ritorno alla Felicità

Ascolta la Preghiera
O amato Papa Francesco, che ora riposi nella pace eterna, ascolta la nostra supplica dal regno dei giusti. Ci rivolgiamo a te, che tanto hai amato i piccoli e i feriti dalla storia, per ricordare al cuore dell’umanità le vittime delle guerre, coloro che hanno visto spegnersi i loro momenti felici sotto il peso della violenza.
Intercedi presso Dio affinché la memoria di quei sorrisi strappati, delle carezze mai più ricevute e del canto delle famiglie in festa non vada perduta. Ti supplichiamo di guidarci, anche ora che non sei più fra noi, perché possiamo essere portatori di pace, riscoprendo la luce dei giorni felici nelle vite di chi ha sofferto tanto.
Fa’ che la memoria della tua voce misericordiosa ci insegni a non dimenticare i loro volti, e ci sproni alla compassione concreta, restituendo per quanto possibile gioia e speranza a quelle esistenze segnate dal dolore della guerra.
Donaci la forza di ricordare ciò che conta davvero: gli abbracci mancati, i giochi interrotti, i sogni infranti. Aiutaci, Papa Francesco, con la tua testimonianza, a costruire un mondo dove i momenti felici siano dono per tutti, specialmente per chi li ha visti fuggire troppo presto.
Prega per noi, e per tutte le vittime delle guerre.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera proposta si sviluppa dentro un contesto spirituale profondamente radicato nella tradizione cattolica, in particolare nella dimensione della comunione dei santi e nell'intercessione a favore delle vittime dell’ingiustizia e della violenza. In essa si percepisce l’intuizione della Chiesa di un legame reale tra la comunità terrena e quella celeste: chi ha vissuto nella fede e nella carità rimane prossimo e intercessore per coloro che sono ancora «pellegrini» su questa terra (cfr. Lumen gentium 50).
Inoltre, la supplica si colloca nel solco delle riflessioni e degli insegnamenti di papa Francesco sul valore della misericordia, sulla dignità di ogni persona e sull’urgenza di farsi carico dei piccoli, dei feriti e degli ultimi della storia (Evangelii Gaudium, n. 209-216). Si affida a una figura (Papa Francesco) che in vita ha promosso un magistero fortemente segnato dall’attenzione ai drammi contemporanei, come la guerra, l’esclusione e la perdita dell’innocenza, strutturando la supplica come ricerca di guida e intercessione dopo il suo passaggio alla vita eterna.
Questa preghiera fa anche riferimento al ricordo come atto spirituale: non solo ricordare le vittime della guerra, ma anche preservare nel cuore dell’umanità la loro gioia, le speranze spezzate, esortando ogni credente a un’azione concreta di compassione e ricostruzione.
2. I destinatari della preghiera e perché
La supplica è chiaramente rivolta al Papa Francesco ormai defunto, invocato come “amato” e “che ora riposi nella pace eterna”. In lui si riconosce non solo il vescovo di Roma e guida spirituale universale, ma soprattutto un testimone della misericordia e prossimo ai piccoli e ai sofferenti.
Un aspetto peculiare di questa preghiera è la convinzione cristiana che i santi e i giusti, anche dopo la morte, possono intercedere presso Dio per il popolo di Dio (cfr. Ap 5,8; 8,3-4; Catechismo della Chiesa Cattolica n. 956). Di conseguenza, il Papa — che in vita ha già manifestato grande attenzione e tenerezza verso “i piccoli e i feriti dalla storia” — viene invocato come potente intercessore, figura familiare in grado di “ascoltare la supplica” dal regno dei giusti.
La sua vicinanza e la sua voce misericordiosa sono richieste per orientare i credenti nella carità e nella memoria attiva, chiamando ciascuno a non dimenticare coloro che soffrono e a impegnarsi concretamente come “portatori di pace”.
3. I beneficiari per cui si intercede e i bisogni affrontati
Il focus dell’intercessione riguarda le vittime delle guerre, evocando il loro dolore — fieramente “piccoli” e “feriti dalla storia” — e il dramma della felicità interrotta, della privazione degli affetti, della perdita della gioia quotidiana.
I bisogni affrontati sono sia spirituali sia fisici:
- Spirituali: consolazione per chi ha perso tutto, capacità di ritrovare speranza e di non essere dimenticati dal prossimo o da Dio; memoria viva delle storie e della dignità delle vittime.
- Fisici/materiali: ricostruzione della pace, possibilità di vivere giorni sereni, restituire gioia e speranza concreta (“gioia e speranza a quelle esistenze segnate dal dolore della guerra”).
Inoltre, la preghiera allarga lo sguardo anche ai “portatori di pace”, cioè quanti si impegnano per alleviare la sofferenza e ricostruire la vita dopo la distruzione, chiedendo forza perché ciascuno si faccia costruttore di un mondo nuovo in cui “i momenti felici siano dono per tutti”.
4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
- La misericordia e la compassione attiva: La preghiera richiama la beatitudine evangelica “Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia” (Mt 5,7), ispirando una vita che non dimentica i sofferenti e si fa strumento di guarigione e riconciliazione.
- La comunione dei santi e l’intercessione: “Noi, dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni…” (Eb 12,1). Sant’Agostino scrive:
“Non pensate che siano morti quando sono partiti, piuttosto sono stati chiamati avanti”
(Discorsi, 172). Questo fonda la richiesta di intercessione ai santi e ai giusti defunti. - Il valore della memoria: In linea con l’insegnamento biblico che invita a “non dimenticare” le opere di Dio (Dt 6,12) e la sorte dei poveri (Sal 9,19), la preghiera supplica che la memoria sia fonte di trasformazione e impegno nella storia (“che la memoria della tua voce misericordiosa ci insegni a non dimenticare i loro volti”).
- Costruire la pace e la speranza: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9). La dimensione della pace non è solo invocata, ma anche affidata alla responsabilità attiva dei credenti.
Nel Magistero, papa Francesco ha continuamente sottolineato che “la misericordia è il cuore pulsante del vangelo” (MV 12) e che la pace è compito di tutti, non solo dei potenti (cfr. Fratelli tutti, n. 225-227).
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella liturgia
Questa preghiera è principalmente una preghiera di intercessione, in cui si invoca un santo (nel caso specifico, Papa Francesco dopo la sua morte e riconosciuto come giusto) perché rivolga a Dio una supplica a favore dei vivi. Assume pure toni di lode verso la testimonianza di Francesco, di memoria compassionevole e, in forma riflessa, di penitenza: la richiesta di essere “portatori di pace” e di ricordare “ciò che conta davvero” contiene anche un appello alla conversione personale e collettiva.
Nella tradizione liturgica, simili suppliche si collocano facilmente:
- Durante la liturgia delle ore, nei momenti dedicati alla memoria dei defunti e alla pace.
- In celebrazioni particolari per le vittime della guerra, giornate mondiali di preghiera per la pace, o anniversari legati a conflitti.
- Nei tempi forti (Avvento e Quaresima) per chiedere conversione e speranza, ma anche nelle celebrazioni di santi o giusti vicini ai drammi della storia.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera e nell’anno liturgico
Questa preghiera può essere utilizzata:
- Nella preghiera personale, meditando sulle parole, magari dopo la riflessione sul Vangelo o durante l’adorazione eucaristica, per rendere concreta la memoria delle vittime delle guerre e la richiesta di diventare costruttori di pace nella propria vita quotidiana.
- Nella preghiera comunitaria, inserendola dopo la preghiera dei fedeli in Messe di suffragio, durante veglie per la pace, o in occasioni di commemorazione delle vittime dei conflitti, adattando alcune espressioni all’assemblea presente.
- In specifici tempi dell’anno liturgico:
- Durante la Settimana Santa (soprattutto il Venerdì Santo, ricordando la sofferenza innocente);
- In Avvento e Quaresima, come stimolo alla carità operosa e alla riconciliazione;
- Il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, patrono dei poveri e della pace, o eventuale memoria liturgica del papa Francesco se verrà canonizzato.
Si consiglia di accompagnare la preghiera con un segno concreto, come l’accensione di una candela per le vittime della guerra, o un piccolo gesto di carità verso chi soffre, rendendo la supplica un invito a lasciare che la memoria diventi impegno di vita.
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