Ringraziamento a San Giuseppe Moscati per la devozione dei Farmacisti

Destinatari:  San Giuseppe Moscati
Beneficiari:  Farmacisti
Temi:  Devozione
Tipologie:  Ringraziamento
Ringraziamento a San Giuseppe Moscati per la devozione dei Farmacisti
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San Giuseppe Moscati, medico dei corpi e delle anime, ti rivolgiamo la nostra preghiera di ringraziamento, noi farmacisti chiamati a servire con devozione chi soffre e cerca sollievo.

Abbiamo scelto di donare le nostre mani, la nostra attenzione, il nostro sapere, per essere strumenti di cura e conforto nella vita di chi ci incontra.

Tu che hai vissuto la scienza come servizio e la professione come missione, donaci ogni giorno uno sguardo colmo di benevolenza verso i malati e aiuta il nostro cuore a non cedere alla stanchezza o all’indifferenza.

Ti ringraziamo per ogni occasione in cui possiamo portare sollievo, speranza e ascolto a chi bussa alle nostre farmacie, affidandoci la propria fragilità.

Veglia su di noi, perché possiamo vivere il nostro lavoro quali servitori fedeli della vita e della salute, ispirati costantemente dalla carità cristiana e dal desiderio di dare il meglio di noi stessi.

San Giuseppe Moscati, proteggi i farmacisti e rendici strumenti di amore e misericordia. Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera si colloca nel cuore della spiritualità cattolica, là dove fede e professione s’incontrano. In particolare, essa nasce dall’esempio e dalla testimonianza di San Giuseppe Moscati (1880-1927), medico napoletano canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1987, venerato come “medico dei corpi e delle anime”, che ha saputo intrecciare scienza, carità cristiana e dedizione ai sofferenti.

Dal punto di vista dottrinale, la preghiera afferma il valore della professione sanitaria come vocazione e strumento di servizio secondo l’insegnamento cristiano: “Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il Signore e non per gli uomini” (Colossesi 3,23). Qui il lavoro non è solo mezzo di sostentamento, ma luogo di santificazione, in linea con la spiritualità del laicato della Gaudium et spes (n. 34), dove si afferma che «le attività stesse della vita quotidiana costituiscono materia di santificazione».

Si intuisce il rimando al legame tra scienza e fede tanto caro al Moscati, ribadito anche dal Magistero: papa Benedetto XVI ricordava che “scienza e fede sono due ali per sollevarsi verso la verità” (Fides et Ratio). In questa ottica, il servizio del farmacista non si esaurisce nella dimensione tecnica, ma si eleva a gesto di carità e misericordia.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

Destinatari diretti di questa preghiera sono i farmacisti cristiani, chiamati ad essere non solo professionisti competenti, ma veri e propri “ministri della salute” ispirati dal Vangelo. È una supplica che si esprime in prima persona plurale (“noi farmacisti chiamati a servire... abbiamo scelto di donare le nostre mani...”), mostrando forte identità comunitaria e professionale.

La preghiera esprime un’autocoscienza precisa: il lavoro in farmacia non riguarda solo la vendita di farmaci, ma l’accoglienza, l’ascolto, la presenza accanto ai sofferenti, spesso in situazioni delicate o ai margini della società.

Il ricorso a San Giuseppe Moscati sorge dunque dalla consapevolezza di far parte di una tradizione professionale animata da alti ideali umanitari e cristiani. È anche una richiesta di intercessione a un modello di “santità feriale”, vicino alla realtà quotidiana di ciascun farmacista.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

Pur essendo una preghiera rivolta a Dio attraverso l’intercessione di Moscati per i farmacisti, i beneficiari ultimi sono i sofferenti, i malati, coloro che «bussano alle nostre farmacie, affidandoci la propria fragilità».

  • Bisogni fisici: sono richiamati nel riferimento alle cure (“essere strumenti di cura e conforto”), all’alleviare la sofferenza, al “servizio della vita e della salute”.
  • Bisogni spirituali: ancor più sottolineati: il conforto, la benevolenza, la capacità di ascolto, la lotta contro stanchezza e indifferenza, il desiderio di trasmettere speranza, amore e misericordia.

La preghiera, in questo senso, educa alla carità integrale intesa come cura della persona nella sua interezza, in linea con la tradizione biblica: “Ero malato e mi avete visitato” (Matteo 25,36), e con l’insegnamento di papa Francesco sulla Chiesa come ospedale da campo.

4. I temi teologici principali, con eventuali citazioni bibliche o patristiche pertinenti

Diversi temi teologici attraversano la preghiera:

  1. La santità nel quotidiano: L’esempio di Moscati mostra che la chiamata alla santità è per tutti, anche e soprattutto nel lavoro. “Siate santi perché io sono santo” (1 Pietro 1,16); e secondo san Francesco di Sales: “Fate tutto per amore, nulla per forza”.
  2. La scienza come servizio: Moscati “ha vissuto la scienza come servizio”. Questa idea si riallaccia al pensiero di san Tommaso d’Aquino: “La scienza, quando è animata dalla carità, diventa sapienza e carisma” (Summa Theologiae, IIa-IIae, q. 45).
  3. La carità come criterio dell’agire: La preghiera invoca la capacità di vedere i malati con “uno sguardo colmo di benevolenza”, cioè come fratelli. “Nessuno abbia in odio il fratello… perché chi non ama il fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1 Giovanni 4,20).
  4. Vigilanza e perseveranza: Il chiedere aiuto “affinché il nostro cuore non ceda alla stanchezza o all’indifferenza” richiama il monito evangelico: “Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione” (Matteo 26,41).
  5. Misericordia e servizio: L’essere “servitori fedeli della vita”, “ispirati dalla carità cristiana” e “strumenti di amore e misericordia” riprende il discorso della Dives in misericordia di Giovanni Paolo II, che sottolinea come la misericordia sia il volto più luminoso di Dio.

Patristicamente, possiamo citare sant’Ambrogio: “Dio ama chi soccorre i sofferenti… perché l’uomo è il vero tempio di Dio” (De officiis ministrorum, II, 137).

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Si tratta essenzialmente di una preghiera di ringraziamento e di supplica/intercessione. La componente di ringraziamento (per la possibilità di servire, ascoltare e alleviare la sofferenza) si unisce indissolubilmente alla domanda di aiuto (“donaci benevolenza”, “veglia su di noi”, “proteggi i farmacisti”) e all’intercessione per chi soffre.

All’interno della tradizione liturgica cattolica, simili preghiere trovano spazio:

  • Nella memoria liturgica di San Giuseppe Moscati (16 novembre), in celebrazioni dedicate ai sanitari e operatori della salute.
  • In speciali benedizioni e momenti di preghiera legati al mondo della salute (per esempio, nella giornata del malato o in occasioni di formazione e veglie di preghiera per farmacisti).
  • Come preghiera personale o comunitaria all’inizio o al termine della giornata lavorativa, durante incontri associativi (Federazione Internazionale Farmacisti Cattolici, ecc.) o nella pastorale sanitaria.

Non è una preghiera liturgica canonica, ma si inserisce nel grande patrimonio delle preghiere devozionali, a sostegno della “spiritualità del lavoro” e della presenza cristiana nel mondo.

6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico

Questa preghiera può trovare utilizzo:

  • Preghiera personale quotidiana: Recitata privatamente dal farmacista, come inizio o conclusione della giornata, per offrire il proprio lavoro a Dio e chiedere di essere sempre strumenti di carità e servizio autentico.
  • Preghiera comunitaria: In occasione di riunioni di farmacisti cattolici, durante ritiri spirituali, giornate di formazione etico-professionale, oppure in celebrazioni pubbliche di benedizione o commemorazione (ad esempio, la memoria di San Giuseppe Moscati il 16 novembre).
  • Momenti di crisi e stanchezza: Può essere riletta come preghiera di incoraggiamento nei tempi di affaticamento, disillusione, o quando la routine rischia di spegnere slancio e dedizione.
  • Tempi dell’anno liturgico: Particolarmente indicata nelle giornate mondiali del malato (11 febbraio), nella settimana della carità, o nei momenti di attenzione pastorale verso il mondo sanitario (ad esempio durante la pandemia, l’Avvento e la Quaresima come tempi di rinnovamento dello zelo e della speranza).

Si suggerisce di accompagnare la recita della preghiera a un momento di riflessione sul vissuto quotidiano, al ringraziamento per i benefici ricevuti attraverso il lavoro e all’impegno concreto verso un servizio generoso e accogliente, secondo lo stile di Moscati.

Infine, si può inserire questa preghiera in piccole celebrazioni domestiche o comunitarie, anche coinvolgendo i familiari o i colleghi, per rafforzare il senso di missione comune e di “piccola Chiesa” in farmacia.

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