Preghiera per la pace in Siria a San Simeone Stilita

Destinatari:  San Simeone Stilita
Beneficiari:  Siria
Tipologie:  Preghiera personale
Preghiera per la pace in Siria a San Simeone Stilita

San Simeone Stilita, santo eremita della terra di Siria, a te affido la mia speranza e il mio cuore colmo di preghiera per il tuo popolo.

Dall’altezza della tua colonna, dove meditasti e pregasti senza sosta, guarda oggi la tua Siria amata e martoriata, stanca di sofferenze e di guerre.

Intercedi presso il Signore, guida i cuori dei potenti e degli umili verso la Pace vera e il rispetto reciproco, affinché si ricostruiscano fiducia e speranza tra i popoli.

Tu che conosci il silenzio orante, infondi il coraggio del perdono e dell’ascolto, spegni ogni violenza, trasforma ogni odio in fratellanza e riconciliazione.

O San Simeone, ti chiedo di essere voce e sostegno per la Siria; fa’ che il tuo esempio di fede e di pazienza risplenda come luce di speranza per tutti i suoi figli.

Resta accanto a loro, o santo intercessore, perché la Pace che viene da Dio torni a fiorire sulla tua terra. Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera a San Simeone Stilita che qui esaminiamo nasce nell’alveo della tradizione cristiana orientale e occidentale, come supplica fervente per la pace e la guarigione della Siria, terra martoriata da decenni di conflitto. Il significato spirituale di questa preghiera si radica nella dottrina della Comunione dei Santi, ovvero la convinzione che i santi, vivi in Cristo, possano intercedere presso Dio in favore dei credenti ancora pellegrini sulla terra (cf. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 956: “la loro intercessione è il più alto servizio che rendono al disegno di Dio”).

La figura di San Simeone Stilita (IV-V secolo), asceta vissuto sulla cima di una colonna in Siria per oltre trent’anni, richiama la dimensione radicale della ricerca di Dio attraverso la preghiera continua, il digiuno e il sacrificio personale. Il contesto storico di Simeone — il V secolo — era segnato, come quello attuale, da grandi tensioni sociali e religiose. La preghiera, dunque, attualizza l’esempio di Simeone, presentandolo come intercessore per una Siria che ancora oggi conosce sofferenza, conflitto e disperazione.

Dal punto di vista dottrinale, la preghiera “affida” speranze e dolori a un santo che ha testimoniato la fede attraverso la perseveranza e l’intercessione, rifacendosi al principio che “molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza” (Giacomo 5,16). Si evoca inoltre la dimensione del perdono e della riconciliazione, che sono al centro dell’insegnamento evangelico (Mt 5,9: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”).

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

Destinatario diretto della preghiera è San Simeone Stilita, santo particolarmente venerato in Siria e nel mondo cristiano orientale per la sua vita ascetica e la sua fama di taumaturgo e intercessore. La scelta di rivolgersi a lui non è casuale: fu e rimane figura identitaria per la Siria, memoria viva della santità che ha segnato quella terra.

La preghiera si rivolge a lui come potente intercessore (“intercedi presso il Signore”, “ti chiedo di essere voce e sostegno per la Siria”), confidando nell’ascolto privilegiato che la tradizione patristica attribuisce ai santi presso Dio. La sua vita spesa nella contemplazione e nell’intercessione, “dall’altezza della tua colonna, dove meditasti e pregasti senza sosta”, lo rende modello di continua offerta della propria esistenza per gli altri: chi prega si affida a lui perché vive ancora nella memoria, nello spirito della sua terra.

Vi è, inoltre, un secondo destinatario simbolico: il popolo di Dio stesso, invitato a seguire l’esempio di Simeone — di perseverare nella preghiera, nel perdono, nel desiderio di riconciliazione — affinché la comunione nella preghiera si traduca in azione concreta per la pace.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

La Siria e il suo popolo sono i principali beneficiari per cui si implora l’intercessione. Il testo menziona la Siria come “amata e martoriata”, evocando le sofferenze causate da anni di guerra, divisioni, povertà, persecuzioni e crisi umanitarie.

I bisogni evidenziati sono:

  • Pace (“guida i cuori dei potenti e degli umili verso la pace vera”): necessità di cessazione della violenza e di una pace duratura, non solo a livello politico ma come dono di riconciliazione interiore e collettiva.
  • Fiducia e speranza (“si ricostruiscano fiducia e speranza tra i popoli”): richiesta di guarigione delle ferite sociali e psicologiche.
  • Perdono e ascolto: bisogno di superare le logiche di vendetta e incomunicabilità che alimentano il conflitto.
  • Fratellanza e riconciliazione: invocazione per la rinascita di relazioni umane basate sul rispetto e sull’amore evangelico.
  • Pazienza e fede: per sostenere chi vive tribolazione e per mantenere accesa la speranza anche nei momenti di prova.

Emergono dunque bisogni sia spirituali — conversione dei cuori, perseveranza nella fede, capacità di perdonare — sia materiali: fine della guerra, sicurezza, sostegno ai perseguitati e ai poveri. La preghiera si fa ponte tra sofferenza umana e misericordia divina, affidando a un santo locale l’anelito di un intero popolo.

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche

Numerosi i temi teologici presenti nella preghiera:

  • Intercessione dei santi: dottrina fondamentale nella preghiera cristiana, attestata già nei primi secoli. Scrive San Girolamo:
    “Se gli Apostoli, mentre erano ancora in carne, potevano pregare per gli altri, quanto più ora che sono nella gloria celeste!”
  • Pace e riconciliazione come dono di Dio: si fa eco alla chiamata di Cristo “Beati i costruttori di pace” (Mt 5,9) e alla missione dei cristiani come strumenti di riconciliazione (2 Cor 5,18: “ci ha affidato il ministero della riconciliazione”).
  • Perdono e trasformazione del male in bene: il ricorso all’esempio di Simeone implica la possibilità, per grazia di Dio, di “trasformare ogni odio in fratellanza”, riecheggiando Rm 12,21: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene”.
  • Preghiera perseverante: come il santo pregava senza sosta, così occorre non stancarsi mai di chiedere a Dio pace e giustizia (1 Ts 5,17: “Pregate incessantemente”).
  • Valore della compassione e della solidarietà: un tema caro sia ai Padri orientali che occidentali; come diceva San Giovanni Crisostomo, “nulla ci rende tanto simili a Dio quanto essere operatori di misericordia”.

5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica

Il testo è preghiera di intercessione, intrecciata con accenni di lode ed invocazione. La struttura richiama le intercessioni della liturgia delle Ore e le suppliche delle grandi feste orientali, ma può essere inserita anche come orazione spontanea nei momenti di preoccupazione per la pace e la giustizia.

Non rientra in una specifica formula liturgica codificata, ma raccoglie la tradizione ecclesiale di supplicare particolari santi nelle situazioni di necessità. Ricorda, nel tono e nello stile, le “litanie dei santi” o le “preghiere durante i tempi di guerra”, diffuse sia in Oriente che in Occidente nei secoli; inoltre, la memoria di San Simeone (5 gennaio nel Martirologio Romano) offre una particolare occasione di inserimento nella preghiera liturgica o comunitaria.

Il ricorso a termini come “infondi il coraggio”, “trasforma ogni odio in fratellanza”, “resta accanto a loro” rivela una dimensione empatica e comunitaria, tipica delle preghiere pubbliche, ma, nella semplicità del testo, può essere impiegata anche da singoli credenti.

6. Indicazioni pratiche per l’uso personale e comunitario

Questa preghiera a San Simeone Stilita può essere utilizzata in diverse forme:

  • Nella preghiera personale: come supplica durante momenti di angoscia per i sofferenti della Siria o in ogni situazione che richieda intercessione potente nei casi di guerra e oppressione.
  • In preghiera comunitaria: può essere recitata durante celebrazioni eucaristiche dedicate o altre liturgie (adorazione, vespri, momenti di preghiera per la pace), oppure durante le Giornate di preghiera per la Siria o per i perseguitati.
  • Durante l’anno liturgico: particolarmente adatta nei giorni vicini alla festa di San Simeone Stilita (5 gennaio), durante la Quaresima (tempo di penitenza e conversione), ma anche in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la pace (1° gennaio) e dei momenti di memoria dei martiri e testimoni della fede.
  • Nella preghiera ecumenica: il testo, essendo privo di formule divisive, può essere impiegato anche in contesti interconfessionali con i cristiani d’Oriente.

Si suggerisce, nella preghiera personale, di meditare silenziosamente sulle parole chiave (“pace”, “speranza”, “perdono”, “fratellanza”) lasciandole risuonare nel cuore a imitazione dello “stare alla colonna” di Simeone: solitudine orante che diventa solidarietà concreta. In ambito comunitario, la preghiera può essere preceduta dalla lettura di un passo delle Beatitudini o da un intercessione simile, e seguita da un momento di silenzio, per esprimere vicinanza e comunione con i sofferenti.

In sintesi, questa preghiera rinnova la speranza e la certezza che anche le ferite più profonde possono essere guarite dalla fede, dal perdono e dall’intercessione, e invita tutti i credenti ad essere, come San Simeone, sentinelle di pace e costruttori di riconciliazione.

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