Meditazione guidata con il Beato Giuseppe Toniolo per la dignità del lavoro degli Impiegati

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Meditazione guidata per gli Impiegati sulla Dignità del Lavoro
Caro Beato Giuseppe Toniolo,
Tu che hai compreso e insegnato il valore essenziale del lavoro umano nella crescita della persona e della società, volgi ora il tuo sguardo su di noi, impiegati, che ogni giorno ci affidiamo ai nostri compiti con dedizione e fatica.
Aiutaci a riconoscere la dignità autentica del nostro operare: fa’ che non vediamo mai il nostro lavoro come una semplice routine o un mezzo per il solo guadagno materiale, ma come contributo concreto al bene comune, parte integrante di una grande trama di relazioni e servizi che sostengono la società.
Illumina le nostre menti, affinché comprendiamo che ogni gesto, ogni atto, ogni responsabilità quotidiana è preziosa agli occhi di Dio, e può essere via di santificazione per noi e per quanti ci sono vicini.
Fa’ che troviamo nel nostro lavoro uno spazio di crescita personale e cristiana, sentendoci partecipi della missione di costruire una società più giusta e fraterna secondo il Vangelo e la Dottrina Sociale della Chiesa.
Beato Toniolo, intercedi per noi, affinché la nostra fatica sia sempre segno di speranza e di amore, e insegnaci a offrire ogni giornata, ogni sforzo, con cuore grato e generoso, sapendo che anche la più piccola azione, se vissuta per Dio e per i fratelli, ha un valore eterno.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera si colloca all’interno della crescente attenzione della Chiesa al valore e alla dignità del lavoro umano, concetto centrale sia nella Dottrina Sociale della Chiesa che nella spiritualità moderna dei laici. È rivolta al Beato Giuseppe Toniolo, economista, professore universitario e grande promotore dell’impegno cristiano nella vita pubblica, le cui riflessioni hanno segnato profondamente la visione cattolica sul lavoro come vocazione e contributo al bene comune.
La preghiera riflette i principi espressi nell’enciclica Laborem Exercens di Giovanni Paolo II, che afferma:
“Il lavoro è una chiave, e probabilmente la chiave essenziale, per tutta la questione sociale, se cerchiamo veramente di vedere questa questione dal punto di vista del bene dell’uomo.” (LE 3)Richiama inoltre le tante esortazioni della Dottrina Sociale della Chiesa a “trasformare il lavoro in occasione di santificazione” (Gaudium et Spes, 67), mostrando come il lavoro quotidiano possa essere vissuto come cammino di crescita personale e sociale, e perfino come via di salvezza e santità.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è indirizzata principalmente al Beato Giuseppe Toniolo, figura di spicco della santità laicale, venerato come modello di “santo quotidiano” impegnato nell’ambiente lavorativo. Toniolo ha incarnato e insegnato la dignità del lavoro intellettuale e amministrativo, facendosi prossimo a impiegati, lavoratori d’ufficio e a tutti coloro che prestano la loro opera nel funzionamento ordinato della società.
Il ricorso a un beato che ha vissuto da protagonista il rapporto tra fede e lavoro conferisce particolare efficacia e concretezza spirituale a questa supplica, poiché Toniolo può “comprendere dal di dentro” le fatiche, le tentazioni di smarrimento e la necessità di motivazione propria degli impiegati.
Chiedere la sua intercessione significa affidarsi a chi ha già percorso in modo esemplare la via della santificazione mediante il lavoro quotidiano.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La preghiera intercede per tutti gli impiegati, ossia quelle persone che, in contesti amministrativi, professionali o di servizio, operano spesso in apparente anonimato e con percorsi di crescita personale non sempre riconosciuti o valorizzati dalla società.
Essa affronta bisogni spirituali quali:
- la riscoperta della dignità e del senso profondo del proprio lavoro,
- la lotta contro la tentazione di considerare le proprie attività come mere routine o ricerca sterile del profitto,
- il desiderio di partecipare al disegno di Dio e alla costruzione di una società più giusta,
- la crescita nella gratitudine verso Dio e verso gli altri.
Al tempo stesso si riconoscono bisogni fisici e materiali, come la fatica quotidiana, il senso di alienazione, il bisogno di speranza e di riconoscimento, che affliggono molti impiegati nel vissuto reale. La supplica fa così segno all’unità tra spirito e corpo, sottolineando come la santità si costruisca nel concreto dell’esistenza quotidiana.
4. I temi teologici principali, con riferimenti biblici e patristici
La preghiera ruota attorno a diversi temi teologici centrali:
- La dignità del lavoro: Il lavoro, insegna la Genesi (Gen 2,15), è collaborare con Dio nella custodia e nello sviluppo del Creato; san Paolo incoraggia:
“Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il Signore e non per gli uomini” (Col 3,23).
- La santificazione attraverso la vita ordinaria: Il cammino di santità, seguendo il pensiero del Concilio Vaticano II (Lumen Gentium, cap. V), passa proprio anche attraverso la fedeltà alle piccole cose, alla routine lavorativa vissuta nella carità.
- Il lavoro come servizio e costruzione del bene comune: Il contributo personale si inserisce nella “grande trama” del vivere sociale, come sottolinea la Caritas in Veritate di Benedetto XVI.
- Il valore eterno anche di azioni minime: I Padri della Chiesa hanno sempre insegnato che “Dio vede il cuore con cui agiamo”. San Basilio sosteneva che “nulla è piccolo se fatto per amore di Dio”.
- La speranza e la gratitudine: Il lavoro, anche quando faticoso, può essere “segno di speranza e di amore” (Gaudium et Spes, 67).
Questi motivi sono profondamente radicati nella Scrittura e amplificati dalla tradizione spirituale patristica e contemporanea, che invita ogni uomo e donna a vivere la vita ordinaria come spazio di incontro con Dio e servizio ai fratelli.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questa supplica a Toniolo è essenzialmente una preghiera di intercessione (il ricorso a un beato perché preghi per i viventi davanti a Dio) e al tempo stesso di meditazione: infatti accompagna il fedele o la comunità a riflettere e interiorizzare il senso cristiano del lavoro.
Vi sono inoltre elementi di lode (il riconoscimento della bontà del lavoro agli occhi di Dio), ringraziamento (per il dono stesso del lavoro e delle relazioni che suscita), e persino una sfumatura penitenziale (quando si chiede di “non vedere mai il lavoro solo come routine o guadagno materiale”, quasi un invito alla conversione del proprio sguardo sul quotidiano).
Dal punto di vista liturgico, questo testo non appartiene a riti particolari codificati, ma si inserisce bene nella tradizione cristiana delle preghiere per il lavoro, preghiere dei fedeli nelle Messe “per il progresso dei popoli” (Missale Romanum), novene o incontri di spiritualità laicale.
6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e tempi liturgici
Uso personale:
- Può essere recitata al mattino, prima dell’inizio della giornata lavorativa, per chiedere protezione e illuminazione sulle attività da svolgere.
- Utile nei momenti in cui si prova stanchezza, scoraggiamento o si desidera ridare senso al proprio lavoro.
- Adatta come meditazione in momenti di pausa o riflessione, anche tramite la scrittura personale di intenzioni o ringraziamenti.
Uso comunitario:
- Pertinente in occasione delle Messe per il lavoro, per la festa di san Giuseppe lavoratore (1° maggio), o durante incontri tra colleghi in ambiti cattolici (settimane sociali, ritiri, Giornata della Dottrina Sociale).
- Può essere inserita come preghiera dei fedeli, meditazione introduttiva o conclusiva durante momenti di formazione spirituale per impiegati, catechesi adulte o incontri di gruppo.
Tempi dell’anno liturgico:
- Particolarmente opportuna nel tempo di Pasqua (richiamo alla “novità della vita” anche attraverso il lavoro) e nei tempi ordinari, quando la Chiesa invita a santificare ogni aspetto della vita laicale.
- Consigliata nel mese di maggio, accostandola alla figura di san Giuseppe lavoratore, oppure nel periodo di Avvento e Quaresima come spunto per rinnovare il proprio impegno sulla via della santificazione personale e sociale.
Infine, questa preghiera costituisce uno strumento prezioso per custodire e ravvivare, alla luce del Vangelo, la vocazione lavorativa di ogni impiegato, sostenendolo nella consapevolezza che il lavoro quotidiano, offerto a Dio e vissuto nella carità, acquista dimensione eterna e redentiva.
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