Invocazione a San Fortunato di Todi per la comunità tuderte

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O glorioso San Fortunato, vescovo e protettore di Todi,
volgi il tuo sguardo benevolo su questa città che ti è affidata. Noi tuoi figli, riuniti nella fede e nella speranza, invochiamo la tua intercessione presso il Signore.
Ti preghiamo, sostienici nel cammino della vita comunitaria: fa’ che nei nostri cuori fioriscano concordia e solidarietà, e che in ogni casa regni la luce sincera della carità. Allontana da noi ogni divisione e insegna a vivere la gioia della fraternità, affinché Todi sia esempio di autentica vita cristiana tra tutti i suoi abitanti.
San Fortunato, veglia su di noi, rafforza i nostri legami, e rendi la nostra comunità un riflesso del Tuon amore misericordioso. Con la tua protezione, aiutaci a testimoniare insieme la bellezza e la forza del Vangelo, oggi e sempre.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera a San Fortunato, vescovo e protettore di Todi, si inserisce nel ricco contesto della devozione cattolica verso i santi patroni, in particolare nella tradizione delle comunità locali che affidano la propria vita spirituale e materiale alla loro intercessione. La preghiera riflette la dottrina cattolica della comunione dei santi: i fedeli in terra possono invocare i santi in cielo perché pongano le loro preghiere e necessità davanti a Dio. La richiesta di intercessione a San Fortunato incorpora la consapevolezza che la santità non cancella la distanza fra i cieli e la terra, ma la rende attraversabile tramite la preghiera ecclesiale.
Sul piano dottrinale, la preghiera esprime la visione cattolica della Chiesa come corpo mistico, nel quale i membri pregano gli uni per gli altri e, tramite i santi, rivolgono suppliche al Signore per il bene della comunità. Si sottolinea qui anche la prospettiva della vita cristiana come cammino comunitario, dove concordia, solidarietà e carità non sono soltanto virtù individuali, ma dimensioni da coltivare nell’intera compagine sociale. Questi elementi riflettono l’insegnamento della Chiesa sulla natura ecclesiale della salvezza, come nella Lumen Gentium (Costituzione dogmatica sulla Chiesa) e la centralità della carità secondo San Paolo: “La carità non avrà mai fine” (1 Cor 13,8).
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è indirizzata a San Fortunato, venerato come vescovo e patrono di Todi, figura carismatica e pastore fedele la cui santità dura nei secoli tramite la memoria liturgica e la presenza spirituale presso la sua città. Si invoca San Fortunato non solo per il suo stato di santità, ma in quanto patrono: egli è chiamato a esercitare una cura particolare, un “patrocinio” su Todi e i suoi abitanti, come protettore spirituale e modello di vita cristiana.
La scelta di rivolgersi a lui nasce dal legame profondo che unisce i santi patroni alle comunità loro affidate: secondo la tradizione ecclesiale, questi hanno la missione di vigilare, intercedere e sostenere le loro città dall’alto dei cieli. Questo stretto rapporto si riflette nella menzione di Todi come “città che ti è affidata”, e nel parlare dei fedeli come “figli”, riconoscendo nella paternità spirituale del santo vescovo una fonte di consolazione e d’incoraggiamento nella fede.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Il beneficiario immediato dell’intercessione è la comunità di Todi: cittadini, famiglie, associazioni e ogni persona che abita o si riconosce nella sua identità cristiana e civile. La preghiera mette al centro i bisogni spirituali della città, chiedendo:
- Il sostegno “nel cammino della vita comunitaria”,
- La crescita nella concordia e nella solidarietà (contro divisioni e discordie),
- La diffusione della “luce sincera della carità” in ogni famiglia,
- La capacità di vivere “la gioia della fraternità”,
- La protezione dagli ostacoli (divisioni, egoismi, indifferenza) che possono intaccare la comunione cristiana.
A livello fisico e sociale, l’invocazione risponde ai bisogni di unità, pace e coesione. Si lascia intendere una richiesta perché la città sia preservata da pericoli materiali e morali, e sia testimone visibile di una “autentica vita cristiana”, cioè una testimonianza concreta e credibile del Vangelo vissuto nelle relazioni interpersonali e civiche. La preghiera non chiede solo doni spirituali individuali, ma una trasformazione reale della comunità secondo la logica evangelica.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
La preghiera a San Fortunato sviluppa alcuni temi teologici fondamentali:
- Intercessione dei santi: “Noi… invochiamo la tua intercessione presso il Signore”. L’intercessione è radicata nella fede della Chiesa:
“Pregate gli uni per gli altri” (Gc 5,16)
e nel “grande nube di testimoni” (Eb 12,1); secondo san Gregorio Magno, “i santi in cielo continuano a cooperare per il bene dei fratelli rimasti sulla terra”. - Unità e vita comunitaria: Si chiede che nei cuori ci siano “concordia e solidarietà” e che la città sia “esempio di autentica vita cristiana”. Il tema ecclesiologico della comunione si rifà a
“Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune” (At 2,44)
e all'esortazione di Paolo:“Vivete in armonia gli uni con gli altri” (Rm 12,16).
- Carità: “in ogni casa regni la luce sincera della carità”. Per la tradizione cristiana, la carità è la virtù regina e il segno distintivo della vita cristiana. Sant’Agostino scrive:
“Dove c’è la carità, c’è Dio”
(In epist. Io. ad Parthos, VII, 8). - Testimonianza del Vangelo: La preghiera si conclude chiedendo che la comunità sia “riflesso del Tuo amore misericordioso” e testimoni “la bellezza e la forza del Vangelo”. Qui si ritrova il mandato missionario:
“Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16).
5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica
La preghiera analizzata rientra principalmente nella preghiera di intercessione: i fedeli si rivolgono a San Fortunato, affinché lui interceda presso Dio per la città e la sua comunità. È presente anche una nota di supplica (“volgi il tuo sguardo benevolo”), di affidamento e, implicitamente, di lode (“glorioso San Fortunato”). Si riconosce l’azione del santo nella storia e si afferma la desiderata comunione tra il patrono celeste e la Chiesa pellegrina.
Nella tradizione liturgica queste preghiere si possono trovare:
- Durante liturgie solenni per la festa patronale di San Fortunato (14 ottobre),
- Nelle celebrazioni locali (processioni, suppliche pubbliche, tridui, novene),
- Nelle “rogazioni” o altre preghiere comunitarie per la città,
- Come inserto nelle Liturgie delle Ore locali, particolarmente nelle Litanie dei santi e nella memoria dei santi patroni.
Tuttavia, la preghiera è accessibile anche alla devozione personale quotidiana, come breve invocazione o meditazione.
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nell’anno liturgico
La preghiera può essere usata efficacemente sia nel contesto personale, sia in quello comunitario.
- Preghiera personale: Può essere recitata come invocazione mattutina o serale da chiunque viva a Todi o vi sia legato. Permette di unire la propria preghiera ai bisogni della comunità, affidando a San Fortunato persone care, situazioni di divisione o difficoltà civili/sociali. Può accompagnare la meditazione sulla parola di Dio, specie nelle letture centrate sull’unità e la carità.
- Preghiera comunitaria: È particolarmente indicata all’inizio o alla fine di assemblee parrocchiali, incontri di associazioni cristiane, momenti di crisi comunitaria o di discernimento. Può essere inserita tra le intenzioni dei fedeli in una Messa, oppure come atto di affidamento durante processioni o manifestazioni civico-religiose.
- Nel ciclo liturgico: Il momento privilegiato è la festa di San Fortunato (14 ottobre), appuntamento centrale per la città di Todi. Si adatta anche al Tempo di Pasqua (per meditare sull’unità e la testimonianza), in Quaresima (quando si riflette sulla conversione della vita comunitaria e sociale) e nelle giornate speciali per la città o ricorrenze civiche significative.
Praticamente, si può raccomandare:
- Preparare un clima di raccoglimento, magari davanti all’immagine o alla reliquia di San Fortunato;
- Recitare la preghiera con attenzione alle intenzioni concrete che toccano la vita cittadina;
- Eventualmente concludere con una preghiera comune (Padre Nostro, Gloria) o con un canto liturgico dedicato al santo o alla comunità.
Così la preghiera diventa sia esercizio personale di affidamento che elemento di coesione e stimolo alla responsabilità cristiana per tutta la città.
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