Implorazione a Sant'Egidio Abate per la protezione dei Senza dimora

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Sant'Egidio Abate, patrono dei poveri, ascolta il nostro grido che sale nella notte. Guarda ai tuoi figli senza dimora, che camminano spaesati sulle strade del mondo, senza un tetto che li accolga, senza pane sicuro, senza lo sguardo amorevole di chi li riconosca come fratelli.
Tu che hai conosciuto la povertà e scelto la compassione, proteggi i nostri fratelli e sorelle dai pericoli della strada: dal gelo, dalla paura, dalla solitudine che lacera il cuore. Non permettere che il vento dell’indifferenza li spazzi via, che la pioggia della disperazione li inzuppi fino a spegnere ogni speranza.
Supplichiamo il tuo aiuto: porta riparo dove regna l’incertezza, dona dignità a chi ogni giorno lotta per esistere, apri i cuori alla carità di chi passa e spesso guarda altrove. Fa’ che nelle strade, sotto i ponti, nei silenzi dei vicoli tu sia rifugio invisibile, e attraverso le nostre mani germogli la tua tenerezza.
Sant’Egidio, difensore dei poveri, tieni accesi lumi di speranza sulle notti di chi non ha casa; intercedi perché nessun volto sia più dimenticato, nessuna vita abbandonata. Dona rifugio, forza, e il calore di una fraternità che abbraccia ogni uomo e donna senza dimora.
Per loro gridiamo, a te affidiamo la nostra supplica. Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera si colloca nel solco della tradizione cristiana di solidarietà verso gli ultimi, testimoniando una fede che pone al centro la compassione concreta. Il riferimento a Sant’Egidio Abate richiama la figura di uno dei santi più amati come protettore dei poveri, pellegrini e bisognosi: abate vissuto tra VII e VIII secolo, fondatore di una comunità monastica in Provenza, Sant’Egidio è tradizionalmente associato a opere di misericordia, accoglienza e protezione degli emarginati.
La preghiera nasce in un contesto di attenzione evangelica ai poveri, che attraversa sia la Scrittura (“Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere...” – Matteo 25,35), sia la tradizione patristica e monastica. Il suo orizzonte spirituale è quello dell’opzione preferenziale per i poveri, raccomandata dalla dottrina sociale della Chiesa e dallo stesso magistero contemporaneo (ad esempio nell’enciclica “Fratelli Tutti” di papa Francesco).
La scelta di invocare Sant’Egidio è anche espressione della convinzione cattolica che i santi, partecipando alla comunione dei santi, intercedano presso Dio per i bisogni del popolo di Dio e stimolino i credenti a imitare la loro carità.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera si rivolge primariamente a Sant’Egidio Abate, invocandolo come patrono dei poveri e difensore dei senza dimora. È tipico nella devozione popolare rivolgersi ai santi patroni, riconoscendo in essi modelli esemplari di vita cristiana e potenti intercessori presso Dio.
Sant’Egidio è scelto come destinatario per il suo stesso vissuto: anch’egli conosciuto per la sua vita di povertà, accoglienza e tenerezza verso gli esclusi. L’appello a lui è motivato non solo dalla sua storia, ma anche da una lunga tradizione di protezione dei più deboli (in particolare mendicanti, senzatetto, disabili).
- È l’intercessore ideale poiché ha fatto esperienza di ciò che chiediamo: povertà, compassione, solidarietà;
- La sua fama di patrono dei senzatetto lo rende particolarmente vicino a queste intenzioni di preghiera;
- Viene invocato anche come esempio e stimolo per chi, ascoltando la preghiera, è chiamato a farsi prossimo concretamente.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La supplica intercede per i senza dimora: uomini e donne che vivono in strada, privi di una casa e delle condizioni minime di dignità – un tema sempre più attuale nelle metropoli e contesti urbani. Vengono esplicitati i bisogni:
- Fame e povertà materiale: “senza pane sicuro”
- Mancanza di relazione e riconoscimento: “senza lo sguardo di chi li riconosca come fratelli”, “solitudine che lacera il cuore”
- Paura e pericoli della strada: “proteggi... dal gelo, dalla paura”
- Vulnerabilità all’indifferenza e disperazione: “non permettere che il vento dell’indifferenza li spazzi via”, “la pioggia della disperazione”
- Ricerca di dignità e riparo: “porta riparo”, “dona dignità”
- Insistenza per la fraternità e la carità: “apri i cuori alla carità...”, “il calore di una fraternità che abbraccia”
Accanto ai bisogni materiali emerge la dimensione spirituale: la richiesta di non essere dimenticati, di mantenere accesa la speranza, di trovare fratellanza e accoglienza, di sentirsi parte della famiglia umana e cristiana.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
Tra i principali temi teologici espressi nella preghiera troviamo:
- La preferenza per i poveri: la Chiesa, fedele al Vangelo, proclama che “gli ultimi saranno i primi” (Matteo 20,16) e che la carità verso chi soffre è al cuore del messaggio cristiano.
“Avevo fame e mi avete dato da mangiare... ogni volta che avete fatto questo a uno di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me” (Matteo 25,35.40)
- La dignità di ogni uomo: ogni persona è “immagine di Dio” (Genesi 1,27) e merita rispetto incondizionato, a maggior ragione nella fragilità.
- La comunione dei santi e l’intercessione: la Chiesa prega con e attraverso i santi, chiedendo il loro aiuto. Sant’Agostino afferma:
“Non solo i nostri santi sono nostri intercessori, ma sono anche nostri imitatori: con le loro opere ci mostrano come vivere.” (Discorso 259)
- L’indifferenza da vincere: appare qui il monito biblico contro la “durezza del cuore” (cfr. Isaia 58,7-8: “offri il pane agli affamati, accogli in casa i miseri senza tetto”), e l’invito a soccorrere “senza voltarsi altrove”.
- La speranza e la carità operosa: la preghiera chiede che la compassione di Sant’Egidio riviva “attraverso le nostre mani”: è un invito a farsi strumenti concreti della tenerezza di Dio nel mondo.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
La preghiera è di genere intercessorio: si chiede a Sant’Egidio, come patrono, di intercedere presso Dio per i senza dimora e per tutti i poveri. Vi sono anche elementi di supplica e invocazione di protezione (“proteggi...”, “porta riparo...”, “dona dignità...”). Vi affiora inoltre un senso di lode implicita all’opera del santo e di richiesta di conversione per quanti “passano e spesso guardano altrove”.
Nella tradizione liturgica, preghiere di questo tipo si inseriscono nelle orazioni dei fedeli, nei momenti di ricordo liturgico di Sant’Egidio (1 settembre), durante le Settimane della carità, o in occasione delle veglie per i poveri e dei momenti di preghiera d’emergenza sociale. Sono usate anche nelle liturgie per i senzatetto o per le associazioni caritative che portano il nome del santo.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale, comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
Uso personale:
- Recita quotidiana, in particolare quando si desidera affidare alla misericordia divina i poveri incontrati per strada;
- Durante momenti di meditazione personale sulla carità o l’esame di coscienza rispetto alle opere di misericordia;
- Per chiedere l’aiuto di Sant’Egidio nell’intraprendere azioni concrete di servizio ai poveri.
Uso comunitario:
- Come orazione nei gruppi parrocchiali impegnati nella carità;
- Durante le veglie di preghiera per i senza dimora, soprattutto in inverno o in particolari emergenze (ondate di freddo, crisi abitative);
- All’interno delle liturgie dedicate al santo (1 settembre) o nelle messe per le Associazioni di volontariato;
- Ai pasti comunitari con le persone svantaggiate, come gesto di affidamento prima del pasto.
Tempi dell’anno liturgico:
- Nel tempo di Avvento e Quaresima, quando la Chiesa invita a una maggiore attenzione a digiuno, elemosina e preghiera, è particolarmente significativa;
- Durante la Giornata Mondiale dei Poveri (novembre);
- Nella memoria liturgica di Sant’Egidio Abate (1 settembre);
- In ogni tempo di emergenza sociale o di sensibilizzazione su povertà e precarietà.
Conclusione: questa preghiera, semplice ma profonda, intreccia tradizione, impegno concreto e fiducia nell’intercessione dei santi per rendere la misericordia di Dio viva nelle strade, nei cuori e nelle opere.
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