Supplica ai Santi Abdon e Sennen per i Defunti

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Supplica ai Santi Abdon e Sennen per le Anime del Purgatorio
O Santi Abdon e Sennen, testimoni fedeli della misericordia divina,
con umiltà e speranza filiale vi rivolgiamo questa preghiera, percorrendo il sentiero del testamento spirituale che ciascun’anima lascia dietro di sé.
Voi che avete consapevolmente donato la vostra vita per la fede e sapete accogliere le anime nelle ore del passaggio, intercedete dinanzi al trono dell’Altissimo per coloro che soffrono nel fuoco purificatore del Purgatorio.
Aiutateci, o gloriosi martiri, a ricordare che ogni buona azione, ogni parola di carità e di perdono forma il nostro testamento spirituale destinato a durare nell’eternità.
Pregate affinché le Anime del Purgatorio possano attingere al tesoro delle nostre opere buone e possano, per vostra intercessione, ricevere la luce, la pace e il riposo eterno che anelano.
Con tutta la Chiesa vi supplichiamo: intercedete per la loro salvezza, sostenetele nel cammino verso la gloria, e guidateci nel lasciare a nostra volta un’eredità di bene, fede e preghiera.
Santi Abdon e Sennen, fate che il nostro cuore si apra alla compassione e al suffragio per i fratelli defunti, e che, seguendo l’esempio della vostra santità, possa ogni anima giungere presto alla gioia perfetta del Paradiso.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
```html1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La Supplica ai Santi Abdon e Sennen per le Anime del Purgatorio si colloca profondamente nel tessuto della spiritualità cattolica, intrecciando la venerazione dei santi con la dottrina del Purgatorio. Nella tradizione della Chiesa, il Purgatorio è lo stato di purificazione per le anime che, morte in grazia di Dio ma non ancora del tutto purificate, si preparano alla visione beatifica. Scrive il Catechismo: “Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma non sono ancora perfettamente purificati, benché sicuri della loro salvezza eterna, dopo la morte subiscono una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1030).
La preghiera pone i santi Abdon e Sennen, martiri cristiani della prima epoca, come testimoni della misericordia divina e del valore del testamento spirituale: l’eredità di fede, opere buone e carità che ogni cristiano lascia dietro di sé. L’intercessione dei santi per le anime dei defunti riflette la comunione dei santi: “La comunione dei santi è la Chiesa... i santi nel cielo pregano per noi, noi preghiamo per le anime del Purgatorio, e queste, a loro volta, pregano per noi” (cf. CCC, n. 958).
Questa supplica si fa così eco dell’antica usanza cristiana di offrire suffragi, particolarmente nella liturgia eucaristica e nelle preghiere, per “quelli che ci hanno preceduto con il segno della fede” (cf. Canone Romano, Memento dei defunti).
2. Destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è rivolta direttamente ai Santi Abdon e Sennen, due martiri persiani assai venerati in Italia e in Spagna. La loro storia, ancorché avvolta nel velo della leggenda, li presenta come modelli di fede, coraggio e intercessori presso Dio, in particolare per coloro che soffrono. La scelta di questa invocazione nasce dalla tradizione che li considera protettori delle anime sofferenti e degli oppressi: iconograficamente, sono spesso raffigurati con catene e simboli della liberazione.
Si chiede la loro intercessione “dinanzi al trono dell’Altissimo”, come titolari di una santità capace di accogliere le anime nel momento del “passaggio” dalla vita terrena a quella ultraterrena. Questo ruolo mediatore è ben radicato nella dottrina: “…i santi, che hanno seguito Cristo più da vicino sulla terra, cooperano alla salvezza dei loro fratelli” (Lumen Gentium, n. 49).
Dunque, la supplica si rivolge ai Santi Abdon e Sennen in quanto potenti intermediari presso Dio, testimoni di misericordia e protettori delle anime che attendono il compimento della loro purificazione.
3. Beneficiari per cui intercede e bisogni spirituali/fisici che affronta
I principali beneficiari dell’intercessione richiesta sono le Anime del Purgatorio, ossia coloro che sono in uno stato di purificazione. Nel testo si evidenzia che esse “soffrono nel fuoco purificatore,” secondo l’immaginario tradizionale che, attingendo anche a fonti bibliche come 1 Cor 3,15 (“sarà salvato, però come attraverso il fuoco”), intende la loro sofferenza non come pena eterna ma come faticosa ascesa verso Dio.
I bisogni spirituali che la supplica affronta comprendono la liberazione dal peso residuo del peccato, il superamento della distanza dalla piena comunione con Dio e il conseguimento della “luce, pace e riposo eterno.” Si chiede anche il rafforzamento della speranza cristiana e la crescita nella carità e nel perdono per chi prega, invitando a partecipare al tesoro spirituale comune della Chiesa.
Non si trascurano, però, i benefici indiretti per i viventi: la preghiera stessa edifica la carità, mantiene viva la memoria dei defunti, offre consolazione e inoltra il credente sul sentiero di una vita virtuosa, secondo il principio per cui “chi aiuta le anime del Purgatorio aiuta se stesso.”
4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche
Nella supplica emergono alcune linee portanti della teologia cattolica:
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La Comunione dei Santi: Ogni membro della Chiesa – celeste, purgante, pellegrinante – partecipa in modo misterioso ma reale alla comunione dei beni spirituali.
“Così, tutti noi che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo” (Rm 12,5).
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L’intercessione dei Santi: Ben attestata sia nella Bibbia (si pensi ai “santi che reggono le coppe d’oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi”, Ap 5,8) sia nella testimonianza patristica:
“Non piangete: intercederò presso il Signore per voi.” (S. Cipriano, Epistulae)
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L’efficacia dei suffragi: Il sostegno alla prassi del suffragio trova radice già nei Maccabei (2Mac 12,45). Sant’Agostino annota:
“Non si deve negare che le anime dei defunti sono sollevate dall’aiuto dei viventi.” (De cura pro mortuis gerenda, 4)
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La trasformazione spirituale personale: La supplica invita chi prega a una conversione: “il nostro cuore si apra alla compassione e al suffragio”, ricalcando l’esortazione paolina:
“Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo” (Gal 6,2).
Al centro si pone il testamento spirituale, cioè la continuità tra vita vissuta e destino eterno: ogni opera buona diventa dono anche per gli altri, nella circolarità dell’amore cristiano.
5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica
Questa supplica è una preghiera di intercessione, in cui si chiede la mediazione dei santi e l’effusione della misericordia di Dio su altri, in particolare sulle anime del Purgatorio. Presenta impulsi di lode ai martiri (li si onora come “gloriosi”) e di compunzione personale, invitando alla conversione e al ricordo dei fratelli defunti.
Nel cammino liturgico, le preghiere di suffragio sono particolarmente collocate nel mese di novembre (dedicato ai defunti, con la Commemorazione il 2 novembre), ma sono raccomandate durante tutto l’anno, specie nel sacrificio eucaristico (Messa).
Le raccolte di preghiere e i rituali, specie quelli monastici o confraternali, testimoniano l’uso frequente di suppliche analoghe, in privato o comunità, secondo lo spirito della Liturgia delle Ore e delle “novene” per i defunti.
6. Indicazioni pratiche: uso personale e comunitario, tempi liturgici
Questa supplica può essere utilizzata:
- Nella preghiera personale: come meditazione in suffragio dei defunti, specialmente di parenti e amici, recitandola in cimitero, presso la tomba, o nei momenti di memoria famigliare.
- In forma comunitaria: in gruppi parrocchiali, confraternite, durante novene o tridui per i defunti; prima o dopo la celebrazione della Messa, oppure nelle “veglie” di suffragio.
- Nel ciclo liturgico: in modo particolare nel mese di novembre, durante la commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti, nella settimana che segue, o in anniversari di morte.
Può servire come introduzione o conclusione di altre pratiche come il Rosario “dei morti”, la Via Crucis, la recita dell’Eterno Riposo o durante l’Adorazione Eucaristica offerta per i defunti.
È opportuno accompagnare la supplica con atti di carità concreta e opere di misericordia, così da rendere efficaci i suffragi, secondo l’antica sentenza:
“La preghiera accompagni il sacrificio; la misericordia nutra il suffragio; la memoria diventi azione d’amore.” (cf. S. Gregorio Magno)
Infine, questa preghiera aiuta il fedele a vivere la comunione dei santi, a sensibilizzare il cuore verso il mistero della morte e la speranza della resurrezione, e a educare alla responsabilità del proprio “testamento spirituale” lasciato agli altri.
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