Invocazione a San Bonaventura prima di un Esame

Ascolta la Preghiera
O San Bonaventura da Bagnoregio, Dottore Serafico, maestro di sapienza e di carità, umilmente ti invochiamo in questo momento di studio e di prova.
Affidiamo a te la nostra ricerca di conoscenza e la nostra sete di verità. Fa’ che il nostro cuore sia aperto alla luce della Sapienza divina, affinché le nostre menti siano illuminate nella comprensione e nella memoria.
Tu che hai servito Dio con la mente e con il cuore, sostienici nelle difficoltà, infondi in noi serenità, forza e umiltà quando ci sentiamo incerti o spaventati davanti a un esame o a una prova.
Ti chiediamo, con umiltà e fiducia, di accompagnarci nel cammino dello studio, di intercedere per noi affinché possiamo trarre frutto dai nostri sforzi e crescere in sapienza e amore verso Dio e il prossimo.
San Bonaventura, guida dei cercatori della verità, prega per noi studenti.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera a San Bonaventura da Bagnoregio, Dottore Serafico della Chiesa, nasce in un contesto profondamente intriso di spiritualità cristiana, con un accento particolare sulla relazione tra sapienza, ascesi intellettuale e vita interiore. Bonaventura (1217-1274), frate minore francescano, vescovo e teologo, fu maestro nell’armonizzare ragione e fede, considerando lo studio non come semplice accumulo di conoscenze, ma come cammino di avvicinamento al mistero di Dio.
La preghiera riflette l’antica tradizione cristiana che vede nella ricerca della verità un percorso di santificazione personale. San Bonaventura, autore dell’Itinerarium mentis in Deum e di numerosi scritti mistici e filosofici, ha insistito sul ruolo dello Spirito Santo come “maestro interiore” che guida l’intelligenza umana oltre i limiti razionali, elevandola alla contemplazione del Mistero divino (cf. San Bonaventura, Itinerarium, proemio).
Nell’invocazione l’idea di affidare la ricerca della conoscenza e la sete di verità indica la consapevolezza biblica che "Dio concede saggezza a chi la chiede" (Giacomo 1,5: «Se qualcuno di voi manca di sapienza, la chieda a Dio»), e richiama l’insegnamento patristico che “nulla si può comprendere rettamente senza l’illuminazione dall’alto” (cf. Origene, In Princ. 2,9).
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è rivolta a San Bonaventura come intercessore celeste, riconosciuto dalla Chiesa come Dottore, cioè punto di riferimento autorevole per l’intelligenza della fede. Bonaventura è invocato sia per il suo esempio sia per la sua potenziale intercessione presso Dio, in quanto “amico degli studenti e dei ricercatori”, avendo lui stesso vissuto le sfide dello studio e della docenza.
Su un altro livello, questa invocazione si orienta verso coloro che affrontano impegni intellettuali: studenti di tutte le età, insegnanti, ricercatori, chiunque sia coinvolto in processi di apprendimento, soprattutto “in tempo di studio e di prova”, come indicato nel testo.
La scelta di San Bonaventura come patrono deriva dalla sua capacità di coniugare sapienza speculativa e carità, dal suo sguardo cristocentrico sul sapere, e dalla teologia che vede l’intelletto come spazio di incontro con Dio. Inoltre, egli è considerato una guida per chi cerca la verità “con umiltà e fiducia”, scongiurando ogni orgoglio intellettuale.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I beneficiari diretti di questa preghiera sono gli studenti e, in senso più stretto, coloro che vivono l’ansia di una prova, l’esame o qualsiasi esperienza d’apprendimento che metta alla prova la loro serenità interiore.
La preghiera intercede:
- Per chi cerca luminosità intellettuale (comprensione e memoria, luce della Sapienza divina);
- Per chi è vittima di ansia, incertezza o paura davanti alle sfide scolastiche o accademiche;
- Per chi si trova a dover affrontare difficoltà oggettive nello studio, chiedendo serenità, forza e umiltà;
- Per chi desidera che lo studio sia anche occasione di crescita spirituale: “crescere in sapienza e amore verso Dio e il prossimo”;
- Per chi aspira a mettere a frutto i propri sforzi, affinché non siano vani ma si traducano sia in successo sia in maturazione personale e comunitaria.
I bisogni affrontati sono dunque spirituali (luce nello spirito, senso e orientamento nello studio) ma anche psicologici (superamento di timori, insicurezze, scoraggiamento, solitudine).
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
Diversi grandi temi teologici emergono dalla preghiera:
- Sapienza come dono di Dio: Lo studio non è solo opera umana ma spazio d’azione dello Spirito (“che il nostro cuore sia aperto alla luce della Sapienza divina”; cf. Sapienza 7:7: «Pregai e fu data a me la prudenza, implorai e venne in me lo spirito della sapienza»).
- Conoscenza ordinata alla carità: Il fine ultimo del sapere non è il semplice possesso della verità, ma la crescita in amore, secondo la logica paolina: «La conoscenza gonfia, mentre la carità edifica» (1 Corinzi 8,1).
- Umiltà intellettuale: L’umiltà nello studio (“servito Dio con la mente e con il cuore”, “umiltà quando ci sentiamo incerti”) è virtù essenziale sia per Bonaventura che per la tradizione cristiana (cf. San Tommaso d'Aquino, S.Th. II-II, q. 162, a. 3).
- Intercessione dei Santi: La richiesta di accompagnamento e intercessione s’ancora alla fede della Chiesa che i santi sono vivi in Cristo, e collaborano, pregando per noi (Apocalisse 5:8; Lumen Gentium 49-50).
- Unione di intelletto e cuore: In Bonaventura si fa strada la sintesi tra sapere e affetto, mente e cuore (cf. Itinerarium mentis in Deum, VI,5).
«La vera conoscenza non consiste nel sapere molte cose, ma nell’aver sapore di Dio» (San Bonaventura, Collationes, XVI, 14).
«Benedetto sei tu, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25).
5. Il genere di preghiera e la collocazione nella tradizione liturgica
Il testo si inserisce nettamente nel genere dell’intercessione, con forti accenti di umiltà e supplica fiduciosa, ma contiene anche elementi di lode (riconoscimento della santità e della sapienza di Bonaventura) e di offerta (rimessione della propria ricerca di verità e dei propri impegni nelle mani di Dio e del Santo).
Nella tradizione liturgica, simili preghiere non hanno una collocazione obbligata nella liturgia ufficiale (Messale Romano o Liturgia delle Ore), ma sono tipiche della devozione privata o delle preghiere preparatorie all’esame che possono precedere attività accademiche, raduni di studenti, oppure essere inserite prima o dopo il Veni Creator Spiritus o il “Veni Sancte Spiritus” nei contesti ecclesiali di formazione.
La memoria liturgica di San Bonaventura cade il 15 luglio: in questa data la preghiera trova particolare applicazione, anche nelle celebrazioni comunitarie di studenti o insegnanti.
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nei tempi liturgici
Per una preghiera personale, questa invocazione può essere usata:
- Al mattino, prima di iniziare la giornata di studio;
- Al termine dello studio, come momento di ringraziamento;
- Nei giorni che precedono esami, test o prove importanti;
- Quando nasce senso di ansia o stanchezza nello studio.
Nella preghiera comunitaria, può essere recitata:
- In incontri di studenti, gruppi universitari, movimenti giovanili;
- Durante le Messe inizio/fine anno scolastico o universitario;
- In cappelle scolastiche, inizio lezioni o prima di convegni accademici;
- Nel contesto di giornate di ritiro per insegnanti o catechisti.
Relativamente ai tempi liturgici, la preghiera acquista particolare pregnanza:
- Nella memoria di San Bonaventura (15 luglio);
- Nelle vigilie di Pentecoste e nelle celebrazioni dello Spirito Santo, attualizzando il tema della “luce della Sapienza divina”;
- Negli inizi o chiusura di cicli scolastici, esami di maturità, sessioni universitarie;
- Durante il periodo di preparazione ai sacramenti dell’iniziazione cristiana, come catecumeni o giovani in cammino di fede-affetto-ragione.
In ogni caso, è opportuno affiancare questa invocazione al Padre Nostro o all’invocazione dello Spirito Santo, ricordando che lo studio cristiano ha il vertice nell’incontro con Cristo, Verbo incarnato e Sapienza fatta carne.
Commenti
I commenti saranno disponibili a breve.