Intercessione al Beato Francesco Maria da Camporosso per i Benefattori defunti

Beneficiari:  Movimenti laicali
Temi:  Suffragi
Tipologie:  Intercessione
Intercessione al Beato Francesco Maria da Camporosso per i Benefattori defunti
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Beato Francesco Maria da Camporosso, umile servo di Dio e fratello dei poveri, tu che con carità instancabile hai percorso le strade della vita soccorrendo chi era nel bisogno, volgi ora il tuo cuore compassionevole verso i benefattori defunti, uomini e donne che, con il loro sostegno generoso, hanno sostenuto la Chiesa e alleviato le sofferenze dei fratelli.

Noi ti preghiamo, o beato, intercedi presso il Signore affinché, per le opere di misericordia da loro compiute, possano essere accolti nella luce e pace eterne. Che la loro bontà, riflesso dell’amore di Dio, diventi per loro ricompensa nei cieli, e che le loro anime trovino misericordia presso il Padre.

Rendici capaci di memoria grata e di suffragio orante, affinché nessuna delle loro buone opere vada perduta e, nel dono dell’intercessione, possano gustare la gioia perfetta nella comunione dei santi.

O frate di carità e speranza, ascolta la nostra supplica: ottieni per tutti i benefattori defunti la pienezza della vita eterna e fa’ che il loro esempio continui a illuminare il cammino dei movimenti laicali e di tutta la Chiesa.

Beato Francesco Maria da Camporosso, prega per noi e per i nostri benefattori defunti.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera qui presentata prende le mosse da due dimensioni fondamentali della spiritualità cristiana: la comunione dei santi e il dovere di gratitudine verso quanti, pur avendo lasciato questo mondo, hanno generosamente sostenuto la missione della Chiesa attraverso opere di misericordia e carità. Si inserisce nel solco della dottrina cattolica secondo cui la preghiera per i defunti è non solo un atto di pietà e carità cristiana (cfr. Lumen Gentium, 51), ma partecipa al mistero della redenzione universale.
Sul piano spirituale, la supplica invoca l’intercessione di un beato – Francesco Maria da Camporosso –, che, per la tradizione, viene riconosciuto come modello di umiltà e carità, «frate dei poveri» e uomo instancabile nel soccorrere gli indigenti, specialmente nell’area ligure tra la fine dell’Ottocento e primi del Novecento.
Dottrinalmente, la preghiera si fonda sulla credenza che la santità dei beati li renda mediatori efficaci presso Dio e che il suffragio delle anime dei fedeli defunti sia non solo efficace, ma doveroso (cfr. Conc. di Trento, Sess. XXV), oltre a rappresentare un’espressione visibile di comunione tra i vivi e coloro che ci hanno preceduto nella fede, testimoniando una “Chiesa una” che abbraccia cielo e terra.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

Il destinatario principale della preghiera è Beato Francesco Maria da Camporosso, un religioso cappuccino noto per la sua carità «instancabile» e la dedizione agli ultimi.
Francesco Maria da Camporosso (1804-1866) dedicò la sua vita all’assistenza dei poveri e al servizio dei bisognosi, guadagnandosi la fama di «Padre Santo» di Genova. Deve la sua beatificazione al riconoscimento di una vita vissuta secondo le Beatitudini evangeliche, diventando così un modello concreto di carità e servizio.
Invocare la sua intercessione implica riconoscere non solo la forza della sua santità personale ma anche la sua particolare attitudine verso coloro che si sono spesi per il bene degli altri, ponendo l’accento sull’importanza della carità operosa come via sicura al Regno di Dio.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

Il cuore della preghiera è rivolto ai benefattori defunti, cioè a uomini e donne che, con le loro risorse materiali e spirituali, hanno sorretto la missione e le opere della Chiesa e hanno alleviato le sofferenze del prossimo.
I bisogni spirituali che si desidera affidare all’intercessione del beato sono legati alla loro piena partecipazione alla “luce e pace eterne”, ovvero alla beatitudine celeste, la meta ultima della fede cristiana. Si chiede che le opere di misericordia, segno della loro carità in terra, si trasformino ora in “ricompensa nei cieli”, come promesso da Cristo:

«Venite, benedetti del Padre mio… perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare...»
(Matteo 25,34-36).
Vi è qui un doppio movimento: da un lato si domanda il compimento del desiderio di vita eterna per i defunti che sono stati benefattori; dall’altro, si chiede che la comunità cristiana non dimentichi la “memoria e il suffragio”, elementi che rispondono anche al bisogno umano della gratitudine. La preghiera, così, diventa cura anche dei vivi, stimolandoli a una memoria riconoscente e a un suffragio orante costante nei confronti di chi li ha preceduti nella fede e nella generosità.

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche

La preghiera tocca diversi nuclei teologici centrali:

  • Comunione dei santi e suffragio: Il legame tra la Chiesa militante (sulla terra), purgante (in purificazione) e trionfante (in cielo) si realizza anche attraverso la preghiera di intercessione. Come afferma san Giovanni Crisostomo:
    «Non lasciamo in abbandono coloro che sono partiti… Offriamo per loro suppliche e doni…»
    (Om. su Filippesi).
  • Il premio celeste per le opere di misericordia: L’assicurazione che “la loro bontà diventi per loro ricompensa nei cieli” riprende il dettato evangelico (Mt 6,4):
    «E il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
  • Misericordia divina e memoria grata: Il suffragio orante per i defunti è segno della fede nella misericordia di Dio, come pure del dovere cristiano di non dimenticare il bene ricevuto, facendo “memoria grata” di chi ha fatto il bene.
    Il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 958 afferma:
    «La nostra preghiera per loro può non soltanto aiutarli, ma rendere efficace la loro intercessione a nostro favore».
  • L’esemplarità della carità cristiana: Il testo suggerisce che la testimonianza dei benefattori e del beato diventi luce per la Chiesa e soprattutto per i laici, chiamati anch’essi a vivere la carità in modo nuovo, secondo le esigenze dei tempi.

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

La forma della preghiera è prevalentemente intercessoria e di suffragio, in quanto si chiede al beato di intercedere presso Dio per un beneficio spirituale (la salvezza e pace eterna) a vantaggio di terzi (i benefattori defunti).
Trova paralleli strutturali e contenutistici nel grande filone delle preghiere per i fedeli defunti, tipiche della tradizione cattolica durante eventi come la Commemorazione di tutti i fedeli defunti (2 novembre) e nelle Messe esequiali.
Tuttavia, questa preghiera si distingue per la specificità della categoria di defunti – i benefattori – e per l’invocazione di un beato legato alla carità praticata, inserendosi quindi anche tra le preghiere di ringraziamento e memoria riconoscente.
Nella liturgia, simili suppliche possono essere inserite:

  • Durante la Messa in suffragio dei defunti benefattori.
  • Nel ricordo annuale dei benefattori nel Calendario locale o nelle celebrazioni dedicate al beato.
  • In occasione di assemblee di movimenti e opere caritative che desiderano onorare chi li ha sostenuti.

6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico

Questa preghiera può trovare spazio sia nella devozione personale sia nella liturgia comunitaria:

  • Preghiera personale: può essere usata durante la meditazione private, in momenti di ricordo per parenti e amici defunti che hanno sostenuto opere buone, o come suffragio quotidiano, specie nel mese di novembre, dedicato alla memoria dei defunti.
  • Preghiera comunitaria: durante la celebrazione eucaristica parrocchiale per i benefattori, nelle riunioni di associazioni, movimenti laicali, enti caritativi o nelle giornate del ringraziamento (locale o nazionale); può essere recitata anche prima della benedizione finale o come orazione dei fedeli, adattandone l’incipit all’assemblea.
  • Tempi liturgici: particolarmente adatta al 2 novembre (Commemorazione dei defunti), nelle “ottave dei defunti”, nel mese di novembre, in occasione della memoria del Beato Francesco Maria da Camporosso (17 settembre) o durante la Giornata di ringraziamento per i benefattori.
Per “fare memoria grata” e “di suffragio orante”, si suggerisce di abbinare alla recita della preghiera un’opera di carità – ad esempio un’offerta per i poveri o la partecipazione alla celebrazione eucaristica – legando così la memoria spirituale a gesti concreti, come il beato stesso ha testimoniato.

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