Supplica a San Camillo de Lellis per i Psicologi d'emergenza

Ascolta la Preghiera
O glorioso San Camillo de Lellis, che hai dedicato la tua vita a chi soffre nel corpo e nello spirito, oggi ti rivolgiamo la nostra supplica noi, Psicologi d’emergenza, che ogni giorno affrontiamo il dolore, l’angoscia e la fragilità umana.
Nelle difficoltà più oscure, quando il peso delle storie altrui grava sulle nostre spalle, dona ai nostri cuori la forza di rimanere saldi, la lucidità di ascoltare e il coraggio di sostenere chi vacilla.
Arricchisci i nostri gesti e le nostre parole di compassione, affinché siano sollievo e speranza per chi ha perso la fiducia nel domani.
Fa’ che nelle ore di stanchezza, quando tutto sembra troppo gravoso, non smarriamo la luce della nostra missione. Aiutaci a ritrovare energia e passione, a curare noi stessi perché possiamo continuare a curare gli altri. Sii tu il rifugio del nostro spirito esausto, e l’ispirazione nel momento del bisogno.
San Camillo, sostienici nella nostra fatica quotidiana, donaci il coraggio della perseveranza e la speranza che trasforma il dolore in rinascita.
Per intercessione tua, possano le nostre mani essere strumento di pace, le nostre parole balsamo per l’anima ferita.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera a San Camillo de Lellis si colloca in una tradizione secolare della Chiesa cattolica, che riconosce nei santi non solo esempio di vita e virtù, ma anche intercessori presso Dio per i bisogni spirituali e materiali dei fedeli. San Camillo (1550-1614), fondatore dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi (Camilliani), è venerato come patrono degli infermi e degli operatori sanitari, poiché seppe incarnare il Vangelo nella cura dei malati, prestando opera di carità instancabile, specialmente verso i più fragili e moribondi.
Questa preghiera emerge nel particolare contesto della moderna psicologia d’emergenza, disciplina che accompagna persone e comunità colpite da eventi traumatici e calamità. Essa manifesta la sorellanza tra fede e cura delle ferite dell’anima, richiamandosi al mandato cristiano di prendersi cura dei sofferenti (“Ero malato e mi avete visitato” – Matteo 25,36). A livello dottrinale, la supplica si basa su alcuni principi fondamentali:
- Il valore della compassione come dimensione centrale della carità cristiana;
- La dignità della persona sofferente, considerata sacramento della presenza di Cristo patiens;
- L’intercessione dei santi, vista in comunione ecclesiale e non come un surrogato della grazia divina (CCC n.956-957);
- La vocazione al servizio come modalità di santificazione personale e sociale.
La preghiera dunque prende le mosse da una visione integrativa dell’essere umano (corpo, anima, psiche), riflettendo lo spirito cristiano nei contesti contemporanei di sofferenza.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
Il testo si rivolge esplicitamente a San Camillo de Lellis, nella certezza che egli comprenda in profondità la fatica, lo smarrimento e la missione di chi si dedica agli ammalati e agli afflitti. La scelta di San Camillo come destinatario è motivata dalla sua biografia e dal suo carisma, che incarnano la compassione evangelica nei confronti della sofferenza fisica e psichica.
Per i Psicologi d’emergenza — menzionati nella preghiera — San Camillo rappresenta la figura ideale a cui rivolgersi perché fu capace di ascoltare, sostenere e curare il prossimo anche nelle situazioni estreme di dolore e disperazione. Così come egli seppe essere presenza di speranza nel buio della malattia e della morte, allo stesso modo si chiede che accompagni e rafforzi quanti sono chiamati oggi a sostenere chi ha subito un trauma.
Infine, San Camillo è anche punto di riferimento per tutti coloro che, direttamente o indirettamente, vivono l’esperienza del prendersi cura degli altri, sotto ogni forma di emergenza o afflizione.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Sebbene la preghiera sia indirizzata al santo, i veri beneficiari sono gli Psicologi d’emergenza stessi, ossia quegli operatori chiamati ad assistere persone in condizioni di grave crisi emotiva o psicologica, spesso in contesti di catastrofi, incidenti gravi, pandemie, eventi traumatici collettivi e individuali.
I bisogni spirituali e fisici affrontati sono molteplici:
- Forza e resilienza: per affrontare il peso psichico dell’ascolto costante del dolore altrui e per non crollare sotto il carico emotivo.
- Compassione autentica: affinché l’ascolto vada oltre la mera tecnica professionale e diventi vero “balsamo per l’anima ferita”.
- Mantenimento della missione: la preghiera chiede di non smarrire il senso e la passione del proprio servizio, specialmente “nelle ore di stanchezza”.
- Riconciliazione con le proprie fragilità: aiuto a curare se stessi per poter continuare a essere efficienti nel prendersi cura degli altri (“curare noi stessi perché possiamo continuare a curare gli altri”).
- Perseveranza e speranza: la capacità di non arrendersi di fronte alla disperazione, ma di essere strumenti di rinascita.
Emergono dunque sia necessità spirituali (senso, speranza, forza interiore) sia esigenze di equilibrio personale (prevenzione del burnout, sostegno nella fatica), riflettendo la complessa umanità degli operatori chiamati in prima linea accanto ai più deboli.
4. Temi teologici principali
La preghiera si struttura attorno a diversi temi teologici di grande profondità:
- La compassione attiva: la richiesta che “i nostri gesti e le nostre parole” diventino sollievo e speranza richiama il comandamento nuovo dell’amore (“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” – Giovanni 13,34).
- La grazia della perseveranza: il domandare “coraggio della perseveranza” richiama Paolo (“Tutto posso in Colui che mi dà la forza” – Filippesi 4,13).
- Il dialogo tra umano e divino nel prendersi cura: la richiesta che le mani e le parole dell’operatore diventino “strumento di pace” e “balsamo per l’anima ferita” riflette una profonda teologia della cooperazione tra grazia e azione umana (cfr. 1Cor 3,9: “Noi siamo collaboratori di Dio”).
- Il valore della fatica e della fragilità: “sia tu il rifugio del nostro spirito esausto”: eco dei Salmi sulla protezione di Dio (“Dio è per noi rifugio e forza, aiuto sempre vicino”, Salmo 46,2).
Tra le radici patristiche spicca l’esempio dei primi Padri che vedevano nel servizio al malato un atto liturgico: “Il malato è altare vivente di Dio” scrivevano alcuni Padri Camilliani, e Giovanni Crisostomo esortava: “Non c’è niente di più grande che curare i fratelli nell’infermità”.
5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica
Questa preghiera appartiene al genere dell’intercessione: viene invocata la protezione e l’aiuto del santo per una specifica categoria, gli Psicologi d’emergenza, e per le loro necessità concrete. Tuttavia, contiene sfumature di supplica (richiesta di aiuto nei momenti di crisi), invocazione di lode (riconoscimento dell’esempio di San Camillo) e desiderio di trasformazione (domanda di essere strumenti di pace e speranza).
Nella tradizione liturgica, simili preghiere sono inserite soprattutto:
- Nei momenti di benedizione o invio degli operatori sanitari/arsi sociali;
- Durante celebrazioni in onore di San Camillo (14 luglio, memoria liturgica);
- Nella liturgia delle Ore come orazione conclusiva;
- Durante veglie, ritiri spirituali o momenti di preghiera “tematici” (per i sofferenti, i curanti, le vittime di calamità).
La supplica riflette anche la spiritualità contemporanea che include nuovi soggetti della cura e della compassione cristiana, affermando l’attualità del carisma camilliano.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
La preghiera può trovare diversi impieghi pratici sia nella vita personale sia in contesti comunitari:
- Preghiera personale: gli Psicologi d’emergenza (ma anche altri operatori sociosanitari) possono recitarla all’inizio o alla fine della giornata, nei momenti di maggiore stanchezza o nelle difficoltà dopo incontri particolarmente provanti.
-
Preghiera comunitaria: la supplica può essere integrata:
- Durante celebrazioni liturgiche nei centri che operano in emergenza;
- Nel rito di benedizione o invio degli operatori nelle festività legate al mondo sanitario (San Camillo, Giornata del Malato);
- Nelle veglie di preghiera per le vittime di eventi drammatici (terremoti, guerre, disastri).
-
Tempi dell’anno liturgico:
- Tempo Ordinario: in occasioni di formazione e revisione della propria vocazione;
- Quaresima: come esercizio di carità e riflessione sul senso della sofferenza;
- Festa di San Camillo (14 luglio): come momento culminante di riflessione e affidamento degli operatori della cura alla protezione del santo.
Risulta particolarmente efficace associarla a momenti di silenzio, meditazione e ringraziamento, valorizzando ogni invocazione come spazio di rinnovamento personale e di apertura all’azione dello Spirito nelle zone d’ombra della vita umana.
In sintesi, questa preghiera accompagna e sostiene il cammino degli Psicologi d’emergenza, ricordando che il prendersi cura degli altri è via privilegiata di santità, umanizzazione e incontro con Dio, sulle orme luminose di San Camillo de Lellis.
Commenti
I commenti saranno disponibili a breve.